Sandro Pintus
Firenze, 3 agosto 2022
Quasi due battaglioni di anatre, oltre 1.600 volatili, nella provincia del Capo, in Sudafrica, pattugliano e curano i preziosi vigneti. Non solo, a passo di marcia fanno anche la concimazione dei terreni.
Succede nella Vergenoegd Löw The Wine Estate, una trentina di chilometri a sud-est di Città del Capo. Qui le anatre sono indispensabili e preziose alleate dei viticoltori oltre che lavoratrici indefesse e mangiatrici voraci. Divorano lumache, afidi e altri parassiti che danneggiano le viti e, durante il loro pasto, fertilizzano il terreno con le loro pregiate deiezioni.
“Le nostre anatre costituiscono una parte fondamentale della sostenibilità a cui teniamo molto” – si legge nel sito -. In questo modo evitiamo l’uso di pesticidi dannosi. Nei loro ricoveri hanno il tempo di riposare, riprodursi e deporre le uova, come vuole la natura. Ci basiamo su pratiche agricole verdi, sostenibilità, armonia con la natura e sulla riduzione dell’impronta di CO2”.
Ma come è nata l’idea delle anatre? Bisogna dire che questo tipo di volatile si chiama Indian runner duck (Anatra indiana corritrice). È una razza che deriva dall’anatra domestica (Anas platyrhynchos domesticus), non vola ma cammina e corre in posizione eretta e ha un olfatto eccezionale. È un’anatra ovaiola che depone oltre 350 uova all’anno.
La Vergenoegd Wine Estate negli anni ‘80 ha scoperto che nelle risaie dell’Asia questi volatili venivano utilizzati per eliminare i parassiti. Una pratica antica ed efficace che ha riprodotto nei suoi vigneti. In omaggio alle sue anatre ha dedicato loro un vino rosso e uno bianco: Runner Duck Sauvignon Blanc e Runner Duck Red Blend. E un monumento all’ingresso dell’azienda.
Quando non “lavorano” alla bonifica delle vigne e alla fertilizzazione del terreno le anatre sono “in ferie”. Il meritato riposo lo fanno durante la vendemmia per evitare che si mangino i grappoli maturi. Le ferie le passano nei pascoli aperti dell’azienda e nuotando nel vicino laghetto. Durante questo periodo l’azienda ne approfitta per la selezione dei volatili per l’allevamento. Uno dei progetti è, infatti, vendere gli anatroccoli ad altre aziende vinicole e incrementare l’uso di sistemi sostenibili e non inquinanti in viticoltura.
Le uova d’anatra vengono consumate nel ristorante del vigneto ma ai clienti non viene servita la carne di questi uccelli. Gavin Moyes, responsabile della sala di degustazione dell’azienda, in un’intervista del 2020 ha dichiarato: “Sarebbe come mangiare un collega”.
Non tutti sanno che il Sudafrica, nell’area del Capo, ha un clima ottimale e più stabile che in Europa per la produzione vinicola. Una tradizione che ha 350 anni di esperienza. La viticoltura è stata introdotta dagli Ugonotti francesi arrivati nel 1680, poi hanno contribuito e raffinato il gusto anche gli italiani, soprattutto veneti e piemontesi, militari ex prigionieri degli inglesi rimasti nel Paese dopo la seconda guerra mondiale. Nell’ex colonia britannica ci sono circa 3.150 aziende vitivinicole che occupano 120.000 ettari. Circa 270.000 addetti lavorano in questo settore. Oggi il Sudafrica, soprattutto nella zona del Capo di Buona Speranza produce degli ottimi vini.
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