Africa ExPress
Parigi, 30 luglio 2022
“Emmanuel Macron – Mohammed Bin Salman a strong partnership and unique frindship” (titolava ieri Arab News). Il presidente francese Emmanuel Macron – alla faccia dei diritti umani – non s’imbarazza neanche un po’ a ricevere il principe killer Mohammed Bin Salman come super ospite di riguardo per la cena di gran gala all’Eliseo.
Nessun disagio
E non prova il benché minimo disagio nel presenziare ai banchetti luculliani e alle laute libagioni del principe saudita al suo maestoso Chateau de Louveciennes, il castello francese ultramoderno ad un tiro di schioppo dalla sontuosa Reggia di Versailles, acquistato qualche anno fa da Mohammed Bin Salman per 300 milioni di dollari.
E’ un nobile maniero (ma trattasi solo d’una riproduzione non è affatto un castello originale) di oltre 7 mila metri quadrati con 23 ettari di giardini che s’ispira alle sontuosità del Re Sole Luigi XIV, tutto tempestato di opere d’arte, arazzi, quadri d’epoca, baldacchini, stucchi dorati e fontane.
Per ironia della sorte questa principesca magione è stata costruita un decennio fa da
Emad Khashoggi, nipote del buon’anima miliardario mercante d’armi arabo Adnan Khashoggi, cugino del giornalista Jamal Khashoggi, il dissidente saudita ed editorialista del Washington Post sequestrato, torturato, assassinato, segato in pezzi con una sega elettrica e incenerito sul barbecue da una squadra di sicari mandati dal principe ereditario dell’Arabia Saudita).
Fasti e onori
Un benvenuto del presidente francese con tutti i fasti e gli onori di Stato che sa tanto di definitiva riabilitazione (dopo quella di qualche settimana fa con il viaggio del Presidente americano Joe Biden a Gedda). Come diceva William Shakespeare (che probabilmente si rivolta nel sepolcro): “Quando il denaro scorre veloce, si aprono tutte le porte”.
Probabilmente Macron la pensa esattamente come il Presidente Biden: “Dialogare non significa essere compiacenti”.
Twitt provocatorio
Ma l’ex fidanzata del giornalista assassinato, Hatice Cengiz, invece non pare essere dello stesso avviso: “Sono assolutamente scandalizzata ed indignata”. Non la pensa così neppure l’ex candidato dei verdi francesi alla presidenza Yannick Jadot che ha lanciato un tweet assai provocatorio: “Nel menù della cena fra Macron e Mbs c’è per caso anche il corpo smembrato di Khashoggi?”
Comunque, nonostante le calorose strette di mano, il principe ereditario saudita MBS, l’arabo (che si crede) più furbo del mondo, non ha ancora smaltito la fregatura presa proprio dai francesi per l’acquisto del falso più costoso della storia dell’arte, attribuito a Leonardo Da Vinci: il “Salvator Mundi” comprato dalla celebre casa d’aste Christie’s (e successivamente appeso sul suo superyacht) costato 450 milioni di dollari.
Mbs credeva che fosse un’opera del più grande genio di tutti i tempi (come la Gioconda che è al Louvre). Invece non è affatto una creazione di Leonardo Da Vinci.
I francesi però lo sapevano da tempo che era un falso (falso come i soldi del Monopoli e come il castello di Louveciennes). Che lo Stato francese fosse consapevole che si trattasse d’un clamoroso falso l’ha raccontato il regista francese Antoine Vitkine autore del documentario “Salvator Mundi la stupéfiante affaire du dernier Vinci” che è stato trasmesso su France 5 il 13 aprile di quest’anno.
Pompa magna
Nell’aprile del 2018 Mohammed Bin Salman venne accolto a Parigi in pompa magna proprio da Emmanuel Macron per siglare alcuni accordi commerciali miliardari. MBS mai avrebbe immaginato che sarebbe rimasto doppiamente folgorato da quel gioiello del Rina$cimento per il quale ha scucito quasi mezzo miliardo per portarselo nell’ oasi culturale desertica di Alula (per la sua culla del Nuovo Rinacimento saudita).
Dopo la terribile defaillance del consolato arabo di Istambul (dov’è avvenuto l’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi per ordine del principe ereditario) Mbs potrebbe passare nuovamente alla storia per l’arabo più incauto del pianeta: 300 milioni di dollari per un castello farlocco e 450 milioni di dollari per una riproduzione.
Il dubbio sorge spontaneo ed è più che legittimo: che il principe ereditario dell’Arabia Saudita sia proprio come le cose che acquista?
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