MALI

Fallisce l’attacco dei jihadisti del Sahel al cuore del potere di Bamako

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
22 luglio 2022

Con un comunicato alla fine di questa mattina, lo Stato maggiore dell’esercito del Mali ha confermato l’attacco terrorista al campo militare Soundiata Keita, a Kati, a una quindicina di chilometri da Bamako.

L’aggressione, avvenuta verso le 05.00 del mattino con due veicoli carichi di esplosivo, sarebbe stata perpetrata dal gruppo islamista Katiba Macina, legato ad al Qaeda. L’organizzazione terrorista e conosciuta anche con il nome di Front de libération du Macina ed è stata fondatanel 2015 dal predicatore fanatico Amadou Koufa.

I militari sostengono di aver respinto con successo l’attacco. Durante i combattimenti è morto un soldato, altri 5 e un civile sono stati feriti. Sette terroristi sono stati “neutralizzati”  e parecchi altri arrestati. Inoltre l’esercito avrebbe recuperato materiale bellico. Viene inoltre precisato che la situazione è ora sotto controllo.

Base militare Soundiata Keïta a Kati, Mali

Katiba Macina fa parte del raggruppamento Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani (JNIM), fondato nel marzo 2017, guidato da Iyad Ag-Ghali, vecchia figura indipendentista touareg, diventato capo jihadista e fondatore di Ansar Dine – in italiano: ausiliari della religione (islamica). Il “consorzio” comprende diverse sigle, oltre a Ansar Dine, Katiba Macina, sono presenti anche AQMI (al Qaeda nel Magreb Islamico), Al-Mourabitoun.

Con l’attacco odierno i terroristi hanno voluto dimostrare che nessun luogo è sicuro, in quanto il campo militare di Soundiata Keïta è il feudo dei militari al potere, nonché la residenza di Assimi Goïta, capo del governo golpista di transizione.

Negli ultimi tempi si sono susseguite diverse aggressioni nel centro e nel sud del Mali, dopo che l’esercito maliano, sostenuto da Wagner, ha colpito duramente il raggruppamento JNIM nel Mali centrale, all’inizio dell’anno. Questi attacchi sono stati perpetrati in modo indiscriminato e hanno causato la morte di molti civili, ma anche il JNIM è stato indebolito, soprattutto Katiba Macina.

Secondo alcuni analisti non bisogna escludere che ora JNIM voglia riaffermare la propria capacità operativa. Gli attacchi degli ultimi giorni sono avvenuti in più luoghi, allo stesso tempo, con armamenti pesanti e grande coordinamento tra le unità di combattimento, tra i quali sembra ci fossero anche miliziani burkinabé.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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