Cornelia I. Toelgyes
16 luglio 2022
I terroristi del Sahel si stanno scatenando. Mentre era in atto un attacco in Togo nella notte tra il 14 e il 15 luglio, uomini armati non meglio identificati hanno aggredito quasi alla stessa ora in Mali, a poco più di 50 chilometri dalla capitale Bamako, una postazione delle forze di sicurezza sulla strada che porta a Ségou. Sono morte almeno 6 persone tra civili, poliziotti e gendarmi. Altri risultano ancora dispersi.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti e grazie alla testimonianza di un agente di polizia che si è salvato, circa tre ore prima della carneficina, un uomo si sarebbe presentato alla postazione delle forze di sicurezza a Zantiguila, nella regione di Koulikoro, simulando un guasto alla sua vettura. Ovviamente per dare un’occhiata in giro e per verificare quante persone fossero presenti.
L’agente ha specificato che l’attacco è stato perpetrato da veri professionisti, che, una volta giunti sul luogo, sapevano esattamente come procedere e muoversi, grazie alle informazioni in loro possesso.
Un attacco a una manciata di chilometri dalla capitale è davvero preoccupante.
Finora questa zona è stata risparmiata dalla incursioni dei jihadisti, i cui attacchi in questi anni si sono concentrati nel centro e nel nord del Mali. Va però ricordato che alla fine di giugno è stato ucciso un poliziotto a Fana, sempre nella regione di Koulikoro, durante un attacco al commissariato, che si trova nella stessa regione, nonché sulla strada che porta a Ségou, luogo nel centro del Paese.
Finora l’aggressione non è stata rivendicata. Stessa cosa per l’azione perpetrata a Fana il 24 giugno scorso.
Daoud Aly Mohammedine, ministro per la sicurezza, si è recato a Zantiguila nel pomeriggio di ieri per constatare i danni e dare istruzioni agli e agenti di sicurezza.
Il Mali si sta trasformando sempre di più in una polveriera. I militari francesi dell’operazione Barkhane sono ancora presenti nella base di Gao, l’ultimo baluardo francese ancora rimasto in territorio maliano, ma anche questa verrà consegnata alle forze armate della sua ex colonia entro la fine dell’estate.
A metà giugno la Francia ha consegnato le chiavi della caserma di Menaka, un punto strategico nella zona delle Tre Frontiere (Mali, Burkina Faso, Niger), che fino a poco meno di un anno fa ospitava oltre 850 soldati francesi. Appena partito il contingente di Parigi, si sono presentati i mercenari russi di Wagner, un déjà vu Timbuctu e a Gossi.
Ora il gruppo Wagner, legato al Cremlino, si sta trasferendo nelle basi francesi recentemente liberate in Mali, dalla città medievale di Timbuctù alla remota città desertica di Menaka.
Secondo Mvemba Phezo Dizolele, direttore per l’Africa del Centre for Strategic and International Studies di Washington DC, “i russi stanno ristabilendo le dinamiche di potere nella regione. Negli ultimi sessant’anni, i francesi hanno convinto gli USA – e se stessi – di essere la potenza indispensabile nell’Africa francofona. I maliani e i russi stanno cercando di abbattere questa certezza”.
L’uso di mercenari da parte della Russia in Africa è una tattica collaudata per ritagliarsi una sfera di influenza nei Paesi instabili e sfidare gli obiettivi occidentali. Il gruppo Wagner, si sa, è presente con operazioni militari nella Repubblica Centrafricana, in Sudan, Libia, Mozambico, Madagascar.
Il 1° luglio ha lasciato definitivamente il Mali anche la task force Takuba, contingente internazionale lanciato nel marzo 2020, nell’ambito dell’operazione antiterrorismo Barkhane in Mali. Si trattava di 800 soldati delle forze speciali provenienti da dieci Paesi europei, tra cui Francia, Belgio, Italia ed Estonia. Le truppe danesi di Takuba sono state espulse dalla giunta militare di transizione guidata da Assimi Goïta all’inizio dell’anno. Erano accusati di essere entrati nel Paese senza il consenso di Bamako.
Le autorità maliane , dopo l’arresto di 49 soldati ivoriani, hanno sospeso tutte le rotazioni dei contingenti militari e di polizia della Missione delle Nazioni Unite in Mali (MINUSMA), comprese quelle già programmate o annunciate.
I militari fermati all’aeroporto della capitale maliana, secondo l’ONU, non facevano formalmente parte di MINUSMA, si tratta di personale dispiegato dai vari Paesi a sostegno dei propri contingenti che fanno parte di missioni di pace.
Il 29 giugno la missione dell’Onu è stata rinnovata dal Consiglio di Sicurezza per un altro anno: 13 membri hanno votato in favore, mentre Russia e Cina si sono astenuti.
Ultima ora: durante un altro attacco perpetrato ieri dai terroristi al mercato di Diandioumé, località che dista 35 chilometri da Nioro, nella regione di Kayé, nell’ovest del Mali, sono state ammazzate tre persone. La notizia è stata riportata sull’account Twitter di Serge Danle, autorevole e apprezzato giornalista del Benin e che vive in Mali, collaboratore di importanti testate francesi.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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