Antonio Mazzeo
Luglio 2022
Italia e Israele rafforzeranno ulteriormente la loro cooperazione industriale militare. Mercoledì 13 luglio una folta delegazione del ministero della Difesa israeliano è venuta in visita ufficiale a Roma per incontrare il segretario generale della difesa e direttore nazionale degli armamenti, generale Luciano Portolano.
A guidare la delegazione il maggior generale Amir Eshel, direttore generale del ministero della Difesa, già comandante in capo dell’Aeronautica militare israeliana dal 2012 al 2017. Presenti anche il vice direttore generale e capo del directorate of procurement and production delle forze armate israeliane, il colonnello Avi Dadon, e l’addetto militare dell’ambasciata di Israele in Italia, colonnello Dror Altman.
“Gli incontri si sono svolti in un clima di reciproca stima e collaborazione e hanno permesso di consolidare ulteriormente le già eccellenti relazioni in atto tra Italia e Israele, con particolare riferimento al rafforzamento della cooperazione industriale, attraverso la condivisione di nuove aree di collaborazione da sviluppare con il pieno coinvolgimento delle rispettive Forze Armate – scrive l’ufficio stampa della Difesa -. Il costante dialogo strategico tra le parti ha inoltre permesso di confrontarsi in modo schietto, sincero e proficuo sul tema delle sfide imposte dagli attuali scenari di crisi internazionale e sul contesto in cui le parti intendono cooperare”.
A conclusione del meeting, il generale Amir Eshel ha espresso il “suo grande apprezzamento, a nome di tutto l’establishment della Difesa israeliana”, per l’alleanza strategica tra i due Paesi e la “ferma posizione dell’Italia a fianco dello Stato di Israele nei contesti internazionali”.
Continuano a non turbare in Italia né i crimini commessi dalle forze armate israeliane contro la popolazione palestinese, né le recenti sanguinose operazioni di Tel Aviv a Gaza, in Libano e in Siria. Gli affari sono affari e si manifesta sempre più solida e convinta la partnership tra l’holding a capitale pubblico Leonardo SpA e le aziende leader del complesso militare-industriale israeliano.
Peccato che in contemporanea alla visita ufficiale dell’autorevole delegazione militare israeliana le Nazioni Unite abbiano espresso l’ennesima pesante condanna nei confronti di Israele in tema di violazione dei diritti umani.
L’11 luglio il segretario generale Antonio Guterres ha presentato il rapporto annuale su Bambini e Conflitti armati nel mondo che annovera proprio Israele tra i paesi responsabili dei “maggiori livelli di gravi violazioni” nel corso del 2021, accanto ad Afghanistan, Siria, Repubblica Democratica del Congo, Somalia e Yemen.
“Le Nazioni Unite hanno verificato 2.934 gravi violazioni contro 1.208 bambini e bambine palestinesi e 9 minori israeliani in West Bank, compresa Gerusalemme est, a Gaza e in territorio israeliano”, si legge nel report.
In particolare il segretario generale ha accertato la detenzione di 637 minori palestinesi per “presunti delitti contro la sicurezza” da parte delle forze israeliane. “Ottantacinque di questi minori hanno denunciato maltrattamenti e violazioni delle dovute garanzie processuali da parte delle autorità israeliane mentre erano detenuti e il 75 per cento di essi ha dichiarato di essere stato sottoposto a violenze fisiche”.
Le Nazioni Unite descrivono pure un drammatico bilancio di sangue: 88 bambine e bambini (86 palestinesi e 2 israeliani) sono stati assassinati a Gaza (69), in West Bank e Gerusalemme est (17) e in Israele (2) dalle forze armate e di polizia israeliane (78), da gruppi armati palestinesi (8) o da autori non identificati o a seguito dell’esplosione di residuati bellici (2).
“In West Bank i minori sono rimasti uccisi con armi da fuoco per lo più durante manifestazioni (9), o in relazione con presunti attacchi o tentativi di aggressioni contro civili o forze israeliane (7) – aggiunge il report -. A Gaza, 59 bambini e bambini sono morti a seguito di attacchi aerei, uno è stato colpito dalle forze israeliane durante l’aumento delle ostilità in maggio, 6 da razzi lanciati da gruppi armati palestinesi, uno dalle forze israeliane durante una manifestazione di fronte il muro perimetrale tra Israele e Gaza. Anche i due bambini israeliani uccisi nel 2021 sono stati colpiti dai razzi lanciati da gruppi armati palestinesi”.
Ancora più drammatico il numero dei minori che hanno subito mutilazioni e ferimenti gravi: 1.121 palestinesi e 7 israeliani (850 di sesso maschile e 278 femminile). “I responsabili dei ferimenti sono stati in ordine le forze armate israeliane (982), i coloni israeliani (28) e i gruppi armati palestinesi tra cui le Brigate Al-Quds della Yihad Islamica (46) – scrive il segretario generale ONU -. Le mutilazioni sono state causate dagli israeliani durante i bombardamenti di artiglieria e gli attacchi aerei (539), per l’inalazione di gas lacrimogeni (153), le pallottole di metallo ricoperte di gomma (133) e dai proiettili (116). In West Bank e a Gerusalemme est 196 bambini sono stati feriti gravemente dalle forze israeliane durante manifestazioni contro gli insediamenti dei coloni”.
Quarantatre i bambini di Gaza che hanno subito mutilazioni a seguito di operazioni dei gruppi armati palestinesi, 18 dopo il lancio di razzi del maggio 2021, 23 per l’esplosione di armi immagazzinate e 2 perché colpiti accidentalmente durante lo svolgimento di attività addestrative.
L’ONU ha verificato inoltre 246 attacchi armati contro scuole e ospedali, più della metà da parte delle forze armate israeliane. “Gli incidenti sono stati causati nel corso di attacchi aerei (67), a seguito di aggressioni contro il personale medico (59), per l’esplosione di munizioni immagazzinate in prossimità di scuole e ospedali (5), per l’attacco con razzi (1) – aggiunge il rapporto -. Inoltre si sono verificate 156 ingerenze di altro tipo nella sanità (54) e nell’istruzione (102) da parte delle forze armate e dei coloni israeliani. Nella maggior parte dei casi, queste ingerenze sono consistite in colpi da sparo contro presidi sanitari, ambulanze e personale paramedico e nella chiusura illegale delle scuole o nel divieto di accesso a docenti e alunni”.
L’ONU ha anche accertato che le autorità israeliane hanno rifiutato o ritardato la concessione dei permessi al 38 per cento dei bambini che hanno richiesto di poter uscire dal passaggio di Erez per accedere a trattamento medico specializzato fuori da Gaza (in tutto 933 bambini e 648 bambine).
“Sono scioccato per il numero di bambini morti e gravemente feriti dalle forze armate israeliane durante le ostilità, in attacchi aerei contro zone densamente popolate, per l’uso munizioni attive nelle operazioni delle forze dell’ordine e per la persistente mancata assunzione di responsabilità per queste violazioni”, lamenta il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres.
“Mi preoccupa altresì – continua il segretario generale – l’aumento del numero di minori detenuti da parte di Israele e delle denunce di violenza fisica che essi subiscono durante la detenzione. Ribadisco il mio appello perché Israele rispetti le norme della giustizia giovanile internazionale, incluso l’uso della privazione della libertà come mezzo di ultimo ricorso e per il tempo più breve possibile, e perché smetta di ricorrere alla detenzione amministrativa dei minori e prevenga ogni forma di violenza e maltrattamenti durante la detenzione”.
Un appello è stato lanciato anche ai gruppi armati palestinesi perché pongano fine al reclutamento e all’utilizzo di minori. “Li esorto altresì a che cessino del tutto i lanci di razzi e colpi di mortaio dalle zone densamente popolate di Gaza verso i centri con popolazione civile israeliana – conclude il segretario generale ONU, aggiungendo: Sollecito tutti i gruppi armati palestinesi a proteggere i minori, impedendo in particolare che essi siano esposti al pericolo di violenze o evitando di strumentalizzarli a fini politici”.
Antonio Mazzeo
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