Africa ExPress
5 luglio 2022
Dopo quattro giorni di manifestazioni, che sono costate la vita a 9 dimostranti, uccisi dalle forze dell’ordine sudanesi, il presidente del Consiglio sovrano e di fatto capo di Stato del Sudan, il generale Abdel Fatah al-Burhan, è intervenuto inaspettatamente alla TV del regime, aprendo alla possibilità di trattare con i civili il futuro del Paese.
Durante la sua breve apparizione televisiva, il generale ha parlato di nuovo possibile scenario politico, dopo mesi e mesi di impasse e repressioni. Il putschista del golpe dello scorso ottobre ha invitato i “partiti politici e le organizzazioni rivoluzionarie sudanesi a impegnarsi in un dialogo immediato e serio per formare un governo di persone competenti, indipendenti che possano portare a termine i compiti del periodo di transizione”.
In poche parole, il presidente del Consiglio sovrano chiede ai suoi avversari di partecipare al dialogo avviato da Nazioni Unite, Unione Africana e IGAD (Autorità intergovernativa per lo sviluppo, un’organizzazione politico-commerciale formata dai Paesi del Corno d’Africa), ai quali però gli oppositori del regime militare finora si sono rifiutati di partecipare, proprio per la presenza dei putschisti.
Al-Burhan ha aggiunto il particolare più importante: “l’esercito non parteciperà più a questi incontri e in futuro si occuperà solamente di difesa e sicurezza nazionale”.
Inaspettatamente il generale ha anche detto che non esclude che il Consiglio sovrano di transizione che presiede possa essere sciolto, una volta formato il nuovo governo civile, anche se un Consiglio supremo delle forze armate dovrà poi essere istituito.
La formazione di un esecutivo civile è la principale richiesta delle forze rivoluzionarie che per quattro giorni hanno occupato pacificamente strade, piazze a Khartoum e in altre città del Paese.
Finora le forze politiche in campo non hanno ancora reagito alle proposte del capo di Stato del governo di transizione. Intanto continuano i sit-in dei manifestanti in luoghi strategici della capitale e nemmeno lanci massicci di gas lacrimogeno sono riusciti disperdere i dimostranti.
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