Weekend di proteste in Sudan: la polizia carica i dimostranti e spara sulla folla 9 morti e parecchi feriti

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Africa ExPress
Khartoum, 2 luglio 2022

I giovani sudanesi sono determinati. Scendono nelle strade e nelle piazze, chiedono con insistenza libere elezioni democratiche e un governo guidato da civili.

Il 30 giugno il governo di transizione militare guidato da  Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, presidente del Consiglio sovrano e de facto capo di Stato del Paese, ha nuovamente represso con la forza le manifestazioni. Il bilancio è pesante: 9 morti, la maggior parte di questi sono stati colpiti dalla pallottole sparate dalle forze dell’ordine, che hanno usato armi e lanciato lacrimogeni nel tentativo di disperdere la folla. I feriti sono tanti ma non si conosce il loro numero.

La comunità internazionale ha condannato l’esagerato l’uso della forza e le Nazioni Unite hanno chiesto che venga aperta un’inchiesta.

Già la mattina presto sono stati chiusi ponti e strade a Khartoum e in tutto il Paese internet è stato interrotto. Giovedì scorso, anniversario della presa del potere di Omar al Bashir  (30 giugno 1989), deposto depo le proteste dell’aprile 2019, centinaia di migliaia di sudanesi hanno manifestato contro il regime militare, non curanti del pericolo e della repressione. Il corteo di giovedì scorso è il più grande dal golpe del 25 ottobre scorso.

E ieri, 1° luglio, si sono svolte nuove manifestazioni in tutto il Paese. I sudanesi hanno voluto esprimere il loro sdegno per la morte dei compagni,  chiedendo nuovamente con insistenza ai militari di cedere il governo ai civili.

La giornata di venerdì è stata caratterizzata anche da un’ondata di arresti senza precedenti.  Gli avvocati parlano di centinaia di persone in stato di fermo, tra questi anche 48 donne, 20 minori e oltre 300 uomini. La maggior parte delle persone sarebbero state bloccate durante le manifestazioni, molti sarebbero stati picchiati selvaggiamente.

Intanto ieri, il presidente della Commissione Esteri del Senato americano, Bob Menendez, e uno dei suoi membri, Jim Risch, hanno detto di ritenere i leader militari del Sudan responsabili dell’uccisione dei manifestanti pro-democrazia.

Insieme a altri rappresentati della commissione hanno chiesto al governo di Washington di imporre sanzioni alle persone ai vertici della sicurezza sudanese.

Il tweet di condoglianze diffuso dall’ambasciata americana a Khartoum

Mentre in un tweet l’ambasciata USA a Khartoum ha esortato tutte le parti a riprendere i negoziati.

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