Speciale per Africa ExPress
Sandro Pintus
Firenze, 29 giugno 2022
Ancora attacchi jihadisti a villaggi indifesi di Cabo Delgado, nel nord del Mozambico vicino all’area dove ENI ha iniziato la produzione off-shore di gas. Mocimboa da Praia e Macomia, aree bonificate dalle truppe ruandesi e dai militari della SADC (Comunità per lo sviluppo dell’Africa Australe) sono nuovamente sotto attacco.
Torna l’incubo del terrorismo jihadista
Torna così l’incubo dei terrorismo islamista che sembrava sconfitto. Per quattro giorni – dal 23 al 26 giugno scorsi – gruppi di jihadisti hanno attaccato veicoli ed effettuato incursioni in vari villaggi con morti e feriti.
Alcune fonti hanno dato conferma al giornale mozambicano Carta de Moçambique che a pochi chilometri da Mocimboa da Praia è stato assaltato un veicolo. Erano una decina di uomini armati che dopo aver saccheggiato il mezzo, gli hanno dato fuoco. Gli occupanti sono fortunatamente riusciti a fuggire.
Il fatto che l’assalto sia avvenuto a poca distanza da Mocimboa da Praia desta preoccupazione e insicurezza nella popolazione. Dopo Palma, la cittadina è un importante porto per giacimenti di gas. Inoltre, è stata il quartier generale del gruppo Alhu Sunnah wa-jammà, oggi chiamato IS Moz, affiliato all’ISIS.
Giovedì 23, nel distretto di Ancuabe, i jihadisti hanno assaltato il villaggio di Mahecani. Hanno ucciso una persona e bruciato diversi beni della popolazione. Altri attacchi terroristici sono stati effettuati in tre villaggi del distretto di Macomia: Nkoe, Chai, e Nanjaba.
A Nkoe, venerdì 24 giugno, i jihadisti, vestiti con uniformi simili a quelle dei militari mozambicani, sono stati scambiati per militari locali. Attaccato il villaggio hanno ammazzato due persone e bruciato una decina di case. Nel villaggio di Nanjaba, hanno sparato alla cieca, ferendo due persone e bruciato le capanne della popolazione. I due feriti sono ricoverati in terapia intensiva all’ospedale di Pemba.
Gli attacchi di Cabo Delgado rivendicati da ISIS
Jasmine Opperman, analista dell’ong di Cabo Ligado, tra il 23 e il 26 giugno, ha segnalato – e denunciato – sette attacchi jihadisti. Quattro nel distretto di Macomia; uno ad Ancuabe e uno a Mocimboa da Praia. Con un tweet Opperman denuncia anche un altro attacco domenica 26 a Litanduacua (Macomia). Qui terroristi hanno attaccato il villaggio e bruciato le case. Secondo l’analista, ISIS oltre all’attacco di Litanduacua, ha rivendicato anche altri due assalti nel distretto di Macomia e di Ancuabe.
Mozambique
IS-Moz claimed credit for the 26 June attack at Litanduacua (Macomia).
Insurgents entered the village and burned houses.
Claim to credit refers to one casualty. pic.twitter.com/EEGArVhKFB— Jasmine Opperman (@Jasminechic00) June 27, 2022
Da maggio 2021 a Cabo Delgado sono presenti circa 2.800 soldati stranieri oltre a istruttori militari dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Un migliaio sono soldati e poliziotti del Ruanda in base a un accordo bilaterale Maputo-Kigali con la mediazione del presidente francese Emmanuel Macron.
Anche la Comunità per lo sviluppo dell’Africa Australe ha mandato truppe dei 16 Paesi aderenti che si occupano anche della logistica. Il Sudafrica è presente con 1.500 militari e gli altri Paesi, a turno, con circa 300 soldati.
Il conflitto a Cabo Delgado è iniziato nell’ottobre 2017. Fino ad oggi secondo dati di Cabo Ligado, ci sono stati 4.051 di cui 1.752 civili e oltre 700.000 sfollati.
Tutto questo accade mentre la Missione militare della Comunità per lo sviluppo dell’Africa Australe in Mozambico (SAMIM) ha deciso di attuare le iniziative di sostegno alla costruzione della pace. Il programma SADC vuole migliorare la protezione sociale, l’ordine pubblico, l’assistenza umanitaria e le iniziative di sviluppo a Cabo Delgado.
Sandro Pintus
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