Cornelia I. Toelgyes
14 giugno 2022
Le autorità del Togo hanno decretato lo Stato d’emergenza nel nord del Paese. La misura è stata decisa dopo l’attacco terrorista di metà maggio, rivendicato dai miliziani di Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani (GSIM). Il leader del raggruppamento, cui fanno capo diverse sigle, è Iyad Ag-Ghali, vecchia figura indipendentista tuareg, diventato capo jihadista e ha fondato il Ansar Dine.
In un comunicato ufficiale diffuso ieri, il governo ha fatto sapere che lo Stato di emergenza è stato imposto per questioni di sicurezza nella regione di Savanes, un’area all’estremo nord del Paese, già teatro di due attacchi – il primo nel novembre 2021 è stato respinto dalle forze armate di Lomé.
Akodah Ayewouadan, ministro delle Comunicazioni e portavoce del governo, ha sottolineato che tale provvedimento resta in vigore per tre mesi, ma potrà essere prolungato dietro autorizzazione dell’Assemblea nazionale. “Abbiamo dovuto adottare tale misura, perché lo Stato deve agire velocemente e in modo efficace per combattere il terrorismo”, ha specificato il ministro.
Il GSIM ha rivendicato l’attacco di maggio all’avamposto militare a Kpinkankandi, nel cantone di Kandjouaré, nel nord del Togo, al confine con il Burkina Faso. Il un audio comunicato diffuso alla fine del mese scorso dal raggruppamento, e poi analizzato da MENASTREAM (Research & Risk Consultancy Medioriente – Nord Africa – Sahel Algeria Tunisia Libia Mali Burkina Faso Reports & Analysis), il gruppo terrorista sostiene di essersi recato sull’avamposto militare togolese con una mitragliatrice pesante russa (DShK), quattro casse di munizioni, un’altra contenente munizioni con cintura, 8 fucili d’assalto di fabbricazione francese e 28 caricatori, 1 AK (Kalashnikov) con due caricatori e una pistola.
Hanno inoltre precisato di aver aver fatto saltare una vettura con dell’esplosivo, mentre un’altra è stata incendiata.
Le autorità togolesi non hanno rilasciato nessun commento sull’audio diffuso dai terroristi. Durante l’attacco sono stati uccisi 8 militari, altri 13 sono stati feriti, alcuni in modo grave.
La settimana scorsa, invece, il ministero della Difesa del Ghana ha fatto sapere che alcuni terroristi sono stati avvistati in un’area montagnosa nella zona di confine con il Togo nel nord-est del Paese.
Secondo quanto riportato dalle autorità ghanesi, il gruppo si stava dirigendo verso la zona montagnosa nel distretto di Garu, in sella alle loro moto con i visi coperti da passamontagna per non essere riconoscibili.
Secondo alcuni ricercatori, i gruppi jihadisti stanno creando basi in Burkina Faso e Mali per diffondersi in Benin, Costa d’Avorio e, in misura minore, in Togo, Ghana, Senegal e Guinea. Basti ricordare che a metà aprile anche il Benin è stato teatro di un’imboscata nella zona del parco nazionale Penjari, al confine con il Burkina Faso.
Cornelia I. Toelgyes
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