Cornelia I. Toelgyes
11 giugno 2022
Henri Rakotoarisoa, attivista malgascio di 70 anni, denunciava da oltre due anni il disboscamento illegale di una parte di foresta primaria, a cavallo tra due distretti. Il suo impegno, l’amore per la propria terra gli sono costati la vita. Il 1° giugno l’ambientalista è stato barbaramente ammazzato nelle vicinanze del comune di Beparasy, nel distretto di Moramanga, nell’est del Madagascar, da un gruppo di trafficanti di legname.
L’uomo, a capo di VOI Mialo (che significa: proteggere la foresta per le generazioni future), una associazione locale, volta alla protezione l’ultimo tratto di foresta primaria rimasta tra i distretti di Moramanga, Manjakandriana e Andramasina, è stato ritrovato morto, con le mani legate, la gola e il cuore squarciati e la schiena lacerata. Da oltre tre anni Rakotoarisoa era in conflitto con i trafficanti di legname per la gestione dei terreni.
Un membro di VOI Mialo, che per motivi di sicurezza ha preferito mantenere l’anonimato, ha spiegato che gli assassini sono quasi sicuramente persone residenti nei paraggi, pagati per lo sfruttamento illegale della foresta.
“L’anno scorso abbiamo costituito un’associazione, per ottenere la gestione della foresta dal ministero. Proprio il giorno prima del terribile delitto, abbiamo tenuto una riunione generale in vista dell’arrivo degli agenti del dicastero dell’Ambiente; avrebbero dovuto aiutarci a delimitare l’area”, ha aggiunto il membro di VOI Mialo.
Il 2 giugno, il giorno dopo l’assassinio, una quarantina di abitanti del villaggio si è presentato spontaneamente al commissariato di polizia, probabilmente perché temevano eventuali rappresaglie. Trenta sono stati rilasciati dietro cauzione, mentre altri sette sono stati sottoposti a detenzione preventiva presso il tribunale di Ambatolampy, tra loro anche il maggiore indiziato dell’omicidio dell’ambientalista. La prima udienza del processo nei confronti delle persone coinvolte nell’assassinio del 70enne inizierà il 13 giugno prossimo.
Ramilison Guilot, consigliere tecnico del ministro per l’Ambiente, Marie-Orléa Vina, ha confermato che Rakotoarisoa aveva allertato tempo fa il ministero sulla situazione. Il funzionario ha precisato che il dicastero è venuto in possesso del dossier solamente qualche settimana fa, in quanto la signora Vina è stata nominata solamente a fine marzo, dopo l’ennesimo rimpasto di governo (il quarto n.d.r.), diretto dal primo ministro Christian Ntsay . “Ora diversi rappresentanti ministeriali sono stati sguinzagliati sul posto per far luce sull’intera vicenda”, ha aggiunto Guilot.
L’appezzamento di terreno in questione si estende per circa 1.000 ettari, è ambito dai trafficanti per il pregiato legno di rosa e la produzione di carbone di legna, destinato alla capitale Antananarivo, situata a circa 100 chilometri di distanza. L’anziano ambientalista era solito sensibilizzare la popolazione locale sulla necessità di proteggere la foresta. Inoltre informava regolarmente polizia e ministero dell’Ambiente su quanto avveniva sul territorio.
E c’è chi sostiene che dietro il traffico di legname pregiato ci siano personaggi malgasci di rilievo, che, per ovvi motivi, non nutrono simpatia nei confronti degli ambientalisti; fanno pressione sui commissariati locali e sulla popolazione perché non trapeli nulla sul malaffare.
Dopo la pandemia, che ha ridotto in povertà una buona fetta della popolazione, nello Stato insulare è in forte aumento il saccheggio delle risorse naturali e di conseguenza sono in pericolo le persone che denunciano tali crimini.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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