Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
Giugno 2022
Armi, armi e ancora armi turche alla Libia, mentre le ricostituite forze armate libiche vanno ad addestrarsi in Turchia. Nei mesi segnati dall’aggressione russa all’Ucraina si intensificano i programmi di riarmo del martoriato paese nord-africano, grande sponsor il regime del presidente-sultano Recep Tayyp Erdogan.
Secondo quanto riportato da Libya Observer le autorità di Tripoli avrebbero ordinato alla Turkish Aerospace Industries (TAI) un imprecisato numero di addestratori armati “Hürkuş-C” per la formazione al volo degli allievi piloti dell’Accademia Aeronautica di Misurata.
Libya Observer ritiene che l’accordo sarebbe stato raggiunto a metà maggio nel corso di un vertice a Tripoli tra il capo di Stato maggiore delle forze aeree libiche, il generale Muhammad Gojil, e una delegazione della Turkish aerospace company (TUSAŞ). Oltre alla fornitura degli aerei-addestratori, Ankara si farà carico dell’assistenza e della preparazione tecnica del personale militare libico.
L’Hurkus è un velivolo ad ala bassa progettato come addestratore di nuova generazione e per l’attacco leggero e la ricognizione armata. Alimentato da un motore turboelica PT6A-68T, può raggiungere la velocità massima di crociera di oltre 570 km/h e un’autonomia di quasi 1.500 km. Ha una capacità di trasporto sino a 1.500 Kg di sistemi d’arma aria-superficie. “L’Hurkus-C è dotato di un sensore a infrarossi (FLIR) e può essere armato con missili anticarro L-UMTAS, razzi a guida laser Cirit, bombe, pod con mitragliatrici da 12,7 mm e cannoncini da 20 mm”, spiega Analisi Difesa. Il velivolo è in dotazione all’Aeronautica Militare turca mentre una dozzina di esemplari sono stati ordinati dalle forze armate del Niger.
Prima dell’accordo sugli addestratori armati, il regime di Ankara aveva espresso pubblicamente l’intenzione di rafforzare la cooperazione militare-industriale con la Libia. Il 2 dicembre 2021, la portavoce del Ministero della Difesa, Pinar Kara, aveva fatto sapere che la presenza militare turca nel Paese nordafricano sarebbe proseguita “come richiesto dal governo legittimo riconosciuto internazionalmente, sulla base dell’accordo bilaterale di assistenza militare libico-turco”.
La portavoce aggiungeva che le “forze armate turche hanno già addestrato 6.799 soldati libici in Libia e in Turchia, mentre è in corso la formazione di altri 974 militari”. “Circa 5.000 tra mine, ordigni esplosivi e munizioni inesplose sono stati individuati in Libia come risultato della cooperazione tra i due Paesi – ha concluso Pinar Kara, aggiungendo “Nell’ospedale di Tripoli gestito con la collaborazione delle autorità turche è stata fornita assistenza medica a circa 20.000 pazienti libici”.
Nel coso del 2021 erano stati intensificati pure i voli e cargo e i trasferimenti navali tra la Turchia e la Libia per la consegna di apparecchiature e sistemi di armi pesanti, compresi i carri armati M60 “Patton” utilizzati in largo numero dall’esercito turco nelle operazioni anti-kurde in Siria.
In queste settimane unità dell’esercito e della marina militare libica sono presenti in Turchia per partecipare alla maxi-esercitazione multinazionale EFES 2022 enfatizzata dai media militari come “la più grande mai effettuata nella storia recente dalla NATO in territorio turco”.
A EFES 2022 sono schierati oltre 10.000 militari di 37 Paesi dell’Alleanza Atlantica e di importanti partner di Africa, Europa orientale e Asia (tra essi, oltre a Turchia e Libia, Azerbaijan, Bosnia Herzegovina, Pakistan, Kazakhstan, Kyrgyzstan, Francia, Giappone, Stati Uniti d’America e l’immancabile Italia).
“L’esercitazione è finalizzata a sviluppare le capacità militari delle forze nazionali congiuntamente a quelle straniere invitate, per mantenere la prontezza di combattimento”, riporta la nota stampa emessa dal ministero della difesa della Turchia. Le unità impiegate stanno svolgendo un incredibile numero di attività di tiro a fuoco, simulazioni di operazioni di attacco aereo e da elicotteri, assalti e sbarchi di forze speciali, ecc..
Secondo quanto emerso dalla stampa turca, a EFES 2022 la Marina libica partecipa con la cannoniera (la LNS Shafakh); inoltre, alla vigilia dell’esercitazione multinazionale, l’8 giugno, il primo ministro ad interim del Governo di unità nazionale (nonché ministro della difesa), Abdul Hamid Dbeibah, insieme al Capo di Stato maggiore generale Mohammed Al-Haddad e ai massimi vertici di Aeronautica, Marina ed Esercito, si sono recati in visita ufficiale a Izmir per incontrare il ministro della Difesa turco Hulusi Akar.
Nel corso del meeting – riferisce Lybia Observer – le autorità militari turche avrebbero assicurato l’implementazione di ulteriori programmi addestrativi a favore dei militari libici.
Antonio Mazzeo
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