Sandro Pintus
Firenze, 5 giugno 2022
“I namibiani sono stati venduti ai cinesi”. Lo ha dichiarato ai media Kalimbo Iipumbu, deputato e vice presidente del partito nazionalista Combattenti per la Libertà Economica della Namibia (NEFF). E si oppone, insieme al partito di estrema sinistra Riposizionamento Affermativo (AR), per l’arresto di due loro militanti che protestavano nella Chinatown a Windhoek.
Ai due oppositori è stata negata la libertà su cauzione. Rimangono in custodia in attesa di comparire davanti al giudice di Windhoek il prossimo 5 luglio. Devono rispondere di violenza pubblica, incitamento alla violenza, aggressione e minaccia. Sono stati arrestati la settimana scorsa perché manifestavano contro la comunità cinese. L’Agenzia delle Entrate della Namibia (NAMRA) sta indagando su un incendio di merci contraffatte da imprenditori cinesi per un valore di 4,6 milioni di euro. La protesta intendeva denunciare che i cinesi evadono le tasse. “La Namibia in quanto tale è stata venduta e ora siamo nelle mani di coloro che vengono protetti – ha affermato il rappresentante NEFF -.
Tre settimane fa c’è stata un’altra manifestazione di protesta di aderenti al NEEF e AR contro i commercianti cinesi. Iipumbu ha accusato i cittadini cinesi di riciclaggio di denaro e di evasione fiscale. Il politico ha chiesto alla NAMRA controlli fiscali alle imprese di proprietà cinese.
“Abbiamo informazioni a nostra disposizione sugli imprenditori cinesi – ha dichiarato Iipumbu -. Hanno immagazzinato miliardi di valuta namibiana in scatole in vari magazzini. Conosciamo i negozi specifici e i luoghi in cui il denaro viene nascosto per essere spedito in Cina. Chiediamo che la polizia sequestri questi soldi”.
Il deputato NEFF ha spiegato che gli uomini d’affari cinesi in Namibia non utilizzano i servizi bancari locali. “Lo fanno deliberatamente per non pagare le tasse e frodare lo Stato”.
I cittadini cinesi sono stati accusati anche di molestie sessuali nei confronti delle dipendenti e di sfruttamento dei lavoratori. “I cinesi nelle proprietà da loro amministrate sono arroganti e razzisti. I nostri cittadini vengono sfruttati come animali, con salari bassi e senza benefici e privilegi” – ha affermato Iipumbu -.
I cinesi sono ormai diventati i maggiori partner degli Stati africani dove stanno creando le infrastrutture e portano modernità e tecnologia. Ma non è la prima volta che gli imprenditori del dragone vengono messi sotto accusa. Soprattutto per sfruttamento della mano d’opera ma anche di razzismo e pesanti danni all’ambiente.
In Kenya ci sono stati arresti per aver ignorato le norme di sicurezza sul lavoro. In Mozambico un’azienda estrattiva ha rovinato la vita a un villaggio di pescatori. In Camerun, società cinesi (e vietnamite) stanno distruggendo le foreste. In Sudafrica, a causa del loro atteggiamento verso gli africani, i cinesi cominciano però ad essere vittime di xenofobia.
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