Riyadh, 4 giugno 2022
Tre giorni fa a Riyadh, il Ministro degli esteri russo Sergey Lavrov ha portato a casa un bel risultato. Nella capitale saudita si è svolta la “5a riunione ministeriale congiunta tra i Paesi del Gulf Cooperation Council e la Russia per il dialogo strategico”, presenti tutti i 6 rappresentanti dei paesi del Golfo: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar, Kuwait e Bahrein.
Nel corso della riunione il Consiglio dei Ministri del cooperazione del Golfo, ha deciso all’unanimità di non imporre sanzioni alla Russia. Ergo: la guerra in Ucraina non ci riguarda, noi di “grano” ne abbiamo in abbondanza (in tutti i sensi, soprattutto quello figurato). Preferiamo pensare alle potenziali minacce che ci toccano più da vicino (il riferimento è all’Iran).
Il comunicato finale recita: “Oggi abbiamo avuto due proficui incontri con i ministri russo e ucraino, durante i quali abbiamo sostenuto la nostra posizione unitaria riguardo alla crisi russo-ucraina e alle sue conseguenze negative, vale a dire la sicurezza alimentare dei Paesi interessati e del mondo. Riflettere sulla sicurezza regionale è uno dei pilastri più importanti della nostra unità, che deve affrontare grandi sfide e richiede uno stretto coordinamento per raggiungere un approccio comune alle nostre relazioni internazionali e per difendere i nostri interessi”.
Poi parte l’affondo contro il regime degli ayatollah: “In prima linea in queste sfide c’è il progetto nucleare iraniano, il sostegno militare di Teheran alle milizie e al terrorismo e il suo comportamento destabilizzante nella regione. Ecco perché il nostro dialogo e il nostro rapporto con l’Iran necessitano di massima unità tra i Paesi del Golfo. La nostra unità ci permette di raggiungere pace, cooperazione e adesione ai principi di legittimità internazionale e buon vicinato. Dobbiamo poter lavorare insieme per raggiungere il nostro sviluppo ed elaborare piani all’interno di un ambiente regionale stabile che sostiene partenariati e progetti di diversificazione economica. La stabilità del Paese fraterno dello Yemen è parte integrante della sicurezza del sistema del Golfo e della penisola arabica”.
Il lungo documento continua così: “Durante il nostro incontro di oggi abbiamo cercato di contribuire alla sicurezza e alla stabilità dei nostri Paesi e di realizzare le aspirazioni della nostra gente per un futuro migliore. Pertanto, i paesi del CCG sottolineano la fornitura di tutti i mezzi di sostegno per raggiungere gli obiettivi della presidenza collettiva dello Yemen e autorizzare i suoi organi di supporto a svolgere i ruoli loro assegnati, in modo che lo Yemen possa riguadagnare stabilità e sicurezza e mantenere la sua unità e sovranità. Ribadiamo il nostro sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite, guidati dal suo inviato speciale in Yemen, con l’obiettivo di raggiungere una soluzione politica globale per porre fine alla guerra. La nostra posizione come Paesi del Golfo riguardo alla crisi russo-ucraina è unitaria”
A margine dell’incontro, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, ha affermato che “le nazioni occidentali cercano di costruire un mondo unilaterale guidato dagli Stati Uniti. Gli Stati Uniti stanno intenzionalmente buttando benzina al fuoco. Il presidente Joe Biden, come parte di un nuovo pacchetto per aiutare Kiev a difendersi ha accettato di fornire all’Ucraina razzi che possono colpire con precisione obiettivi russi a lungo raggio”.
Durante la conferenza stampa di mercoledì 1° giugno, dopo un incontro a porte chiuse a Riyadh con i suoi omologhi dei paesi del CCG, ha anche accusato l’Occidente di spingere l’Ucraina a minacciare la sicurezza del suo Paese e di aver violato la Carta delle Nazioni Unite.
Ha chiesto poi il ritiro delle armi pesanti dall’Ucraina. Infine ha concluso compiaciuto: “Le nazioni del Consiglio di Cooperazione del Golfo comprendono bene la natura del conflitto tra la Russia e l’Occidente e così gli Stati del Golfo hanno assicurato che non si uniranno alle nazioni occidentali nell’imporre sanzioni a Mosca”.
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