Teheran, 30 maggio 2022
Ecco l’arsenale segreto del colonnello delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche Iraniane Hossan Sayad Khodaei, assassinato qualche giorno fa nel centro di Teheran da un commando (con tutta probabilità del Mossad israeliano).
La televisione di stato iraniana sabato scorso ha trasmesso il filmato di una base aerea segreta sotterranea per droni sotto la catena montuosa di Zagros, nella parte occidentale del Paese, senza rivelare però l’esatta posizione della base. Anche se il corrispondente della TV di stato iraniana che ha realizzato il servizio ha fornito un’idea della location, affermando d’aver viaggiato in elicottero per quasi 40 minuti partendo dalla città di Kermanshah per raggiungerla (gli è stato permesso di togliersi le bende dagli occhi solo all’arrivo della base).
Le riprese video mostrano file di droni militari armati di missili in un tunnel sotterraneo, e questo servizio televisivo arriva a pochi giorni dell’attentato al colonnello Guardie Rivoluzionarie Iraniane), Hossan Sayad Khodaei, freddato da una grandinata di proiettili davanti casa sua, un personaggio di spicco dell’industria militare iraniana in particolare per vari progetti di sviluppo dei droni armati.
Queste rivelazioni sono giunte il giorno dopo che le Guardie Rivoluzionarie iraniane hanno sequestrato due petroliere greche nel Golfo Persico, in un’apparente rappresaglia per la confisca del petrolio iraniano da parte degli Stati Uniti a una petroliera trattenuta al largo delle coste greche.
Qualche giorno fa le autorità greche hanno sequestrato la petroliera Pegas battente bandiera iraniana, con 19 membri dell’equipaggio russi a bordo, a causa delle sanzioni dell’Unione Europea. Gli Stati Uniti hanno successivamente confiscato il carico di petrolio iraniano tenuto a bordo e hanno in programma di inviarlo negli Stati Uniti su un’altra nave. Per rappresaglia le Guardie Rivoluzionarie Iraniane hanno sequestrato a loro volta nel Golfo Persico due petroliere greche, la Delta Poseidon e Prudent Warrior appena salpate con due carichi di greggio iracheno.
L’Iran ha iniziato a sviluppare droni e UAV (veicoli aerei senza pilota) a partire dagli anni ’80 durante la sua guerra di otto anni con l’Iraq. Gli Stati Uniti e Israele hanno accusato l’Iran di inviare flotte di droni ai suoi alleati in Medio Oriente, compreso il movimento libanese Hezbollah, il regime del presidente siriano Bashar al-Assad nonché i ribelli huthi dello Yemen che sono attualmente impegnati un un sanguinoso conflitto armato contro la coalizione araba guidata da Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita.
Il video trasmesso dalla televisione pubblica mostra il capo di Stato maggiore delle forze armate iraniane, il generale Mohammad Bagheri, e il comandante dell’esercito Abdolrahim Mousavi in visita al sito sotterraneo. Bagheri, citato dall’agenzia di stampa ufficiale IRNA, ha descritto il sito come una “base operativa sicura per droni strategici. Non sottovalutiamo mai le minacce, non assumiamo mai che il nemico stia dormendo e siamo costantemente vigili. Più di 100 droni da combattimento, ricognizione e attacco appartenenti all’esercito sono tenuti per le operazioni in questa base situata nel cuore delle montagne Zagros”.
Mousavi ha detto alla televisione di Stato che la base si trova “diverse centinaia di metri sottoterra”, senza fornire ulteriori dettagli. Secondo l’emittente l’ammiraglia della flotta è l’UAV militare “Kaman-22, un drone equipaggiato con missili Qaem-9 (una versione di fabbricazione iraniana dell’Hellfire statunitense aria-superficie) che è in grado di volare per oltre 1.245 miglia (2.000 chilometri).
Il comandante dell’esercito iraniano, il maggiore generale Abdolrahim Mousavi, ha affermato: “Senza dubbio i droni delle forze armate della Repubblica islamica dell’Iran sono i più potenti della regione, la nostra capacità di aggiornare i droni è inarrestabile”.
Il Tesoro degli Stati Uniti ha sanzionato il programma dei droni del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche iraniane nell’ottobre dello scorso anno, accusando le guardie di essere dietro l’attacco di droni del settembre 2019 contro una raffineria di petrolio saudita, nonché l’attacco di droni del luglio 2021 contro una nave commerciale al largo delle coste dell’Oman che ha ucciso due membri dell’equipaggio (del quale però l’Iran ha negato ogni responsabilità).
Mentre l’Iran continua a spendere montagne di quattrini per produrre armi sempre più micidiali, la popolazione del Paese muore di fame e di sete e la nazione degli ayatollah rischia di implodere da un momento all’altro come i palazzi dalle fondamenta malcostruite che collassano al suolo dall’oggi al domani.
Proprio come il decadente quartiere nel centro di Abadan (Iran), che 2 giorni fa è crollato rovinosamente accartocciandosi su sé stesso, causando 24 morti, 37 feriti e più di 50 dispersi. La fatiscenza delle costruzioni è stata attribuita a colpevoli mancati controlli preventivi e alla diffusa corruzione dilagante.
Nonostante diverse denunce e allerte sulle pessime condizioni degli edifici, nessuna autorità è intervenuta preventivamente. Per evitare questa (ennesima) catastrofe sarebbe bastato investire in sicurezza una frazione infinitesimale dei fondi che ogni giorno l’Iran butta dalla finestra per gli armamenti (e i droni). La popolazione iraniana inferocita, ha sfogato tutta la sua rabbia contro il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei, urlando a squarciagola: “Morte a Khamenei”.
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