Sempre alla grande gli affari delle armi: cooperazione militare tra Italia e Tanzania e clienti in vista per Leonardo

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Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
29 maggio 2022

Il complesso militare-industriale italiano ha individuato un altro importante cliente in Africa orientale.

Nei giorni scorsi il generale Venance Salvatori Mabeyo, capo di Stato maggiore della Difesa della Tanzania, già responsabile del settore intelligence e sicurezza della Tanzanian People’s Defence Force (TPDF) è stato in missione ufficiale a Roma dove ha incontrato, tra gli altri, il generale Luciano Portolano, segretario generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti.

Luciano Portolano, generale di Porto d’Armata riceve a Roma Venance Salvatori Mabeyo, capo della Tanzanian People’s Defence Force

“La visita si è svolta in un clima franco e cordiale e ha permesso al generale Portolano di rafforzare i rapporti di amicizia e di cooperazione tra i due Paesi, particolarmente nel settore del procurement militare”, riporta la nota di Segredifesa. “A premessa dei colloqui, il generale Mabeyo ha fornito un quadro di situazione del ruolo geopolitico che la Tanzania gioca nello scacchiere africano. Inoltre ha chiesto il supporto dell’Italia in termini di programmi per l’addestramento dei piloti dell’Aeronautica e per la formazione degli istruttori”.

Sempre secondo il ministero della Difesa italiano, nel corso del meeting il capo di Stato maggiore della Tanzania ha espresso l’interesse del governo della nazione africana per “diversi prodotti aeronautici” del gruppo Leonardo SpA, in particolare per i caccia addestratori Aermacchi M-345 (che dovrebbero andare a sostituire i “vecchi” Hongdu K-8 di produzione cinese), gli aeromobili da trasporto tattico C-27J “Spartan” e gli elicotteri multiruolo AgustaWestland AW139 e AW109.

Le relazioni tra le forze armate italiane e quelle tanzaniane sono state sporadiche in questi anni, ma il ministero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini (Pd) e la Farnesina di Luigi Di Maio non nascondono l’intenzione di inserire il governo di Dar Es Salaam tra i partner-chiave con cui rafforzare la penetrazione del Sistema Italia nel continente africano.

Il 14 febbraio 2022 ha fatto uno scalo tecnico-operativo in Tanzania la fregata missilistica Nave Bergamini della Marina Militare. “Si tratta di una significativa operazione di collaborazione tra l’Italia e la Tanzania, realizzata nell’ambito della Missione Atalanta che mira a contrastare la pirateria anche tramite la lotta ai traffici illeciti”, scrive l’ufficio stampa del ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale.

Gli obiettivi dell’iniziativa sono stati illustrati dal comandante della fregata Luca Moro durante un briefing al quale hanno partecipato i rappresentanti della Difesa della Tanzania, gli ambasciatori dell’Unione Europea ed una delegazione della task force anti-pirateria Atalanta. “L’evento ha costituito un momento di grande visibilità per il nostro Paese e ha consentito di fare il punto sulla cooperazione dell’UE con la Tanzania soprattutto in materia di collaborazione nel contrasto ai traffici di sostanze stupefacenti ed esseri umani”, aggiunge la Farnesina.

“Esso, inoltre, sarà suscettibile di positive ricadute nell’ambito della già buone relazioni bilaterali in materia di difesa e favorirà quella cooperazione della conoscenza che sta alla base dello sviluppo dei rapporti dell’Italia con un Paese di grande vitalità come la Tanzania”, aggiunge la nota del Ministero degli Esteri.

Nave Bergamini della marina militare italiana, in Tanzania a febbraio 2022

“La presenza della Nave Bergamini ha fornito una grande opportunità per mostrare quale tipo di partnership il nostro Paese può offrire alla Tanzania in tutti i settori”, ha enfatizzato l’ambasciatore italiano a Dar Es Salaam, Marco Lombardi. “Grazie alla sua strategica posizione geografica ed alla sua sostenuta crescita economica, la Tanzania sta continuando ad acquisire un ruolo di rilievo nella Regione”. Ecco allora che potrebbero arrivare redditizie commesse per le maggiori holding nazionali, soprattutto quelle armiere a capitale statale come Leonardo e Fincantieri SpA.

Meno di una decina di anni fa il gruppo Leonardo aveva consegnato alcuni elicotteri AW139 a due importanti società internazionali che forniscono servizi per il trasporto nel settore energetico off-shore, Bristow Group Inc. ed Everett Aviation, per operare proprio in Tanzania. I velivoli che possono ospitare a bordo sino a 15 persone, furono realizzati presso lo stabilimento di AgustaWestland a Philadelphia (USA), e sempre negli States furono formati i funzionari dell’autorità dell’aviazione civile tanzaniana per la certificazione dei velivoli di Leonardo.

Coincidenza vuole che la commessa sia stata contestuale a quella che ad oggi resta la principale esercitazione militare tra Italia e Tanzania. Dal 10 al 14 marzo del 2013 si tenne infatti in acque africane l’addestramento congiunto tra le componenti marittime impiegate nel contrasto alla pirateria. L’attività vide in particolare la partecipazione della nave di assalto anfibio “San Marco” della Marina militare, oltre 150 militari e diversi mezzi da sbarco, gommoni ed elicotteri “impiegati in perquisizioni di ambienti e personale sospetto, ricerca ordigni, ecc.”.

A guidare i war games l’ammiraglio Abdallah Mwemnjudi, capo delle operazioni addestrative della Marina della Tanzania e il contrammiraglio Antonio Natale, Comandante della Task Force 508 impegnata nell’Operazione Nato “Ocean Shield” di “contrasto alla pirateria navale” (questa missione si è conclusa nel dicembre 2016).

“L’addestramento ha avuto, peraltro, una risonanza del tutto particolare, grazie alla presenza a bordo di numerose emittenti e testate internazionali – CNN in primis – che hanno così potuto documentare il sempre maggior coinvolgimento dei partner regionali in un’autonoma gestione dei fenomeni criminali nelle rispettive aree marittime di competenza”, dichiarava lo Stato maggiore della Marina italiana. “I risultati raggiunti oggi sono un enorme passo in avanti verso il futuro, ha spiegato l’ammiraglio Natale al termine dell’esercitazione, dove una graduale responsabilizzazione delle autorità degli Stati rivieraschi nonché una sinergica collaborazione tra tutti gli attori in campo sarà la chiave del successo nella lotta a questo fenomeno nel Corno d’Africa”.

Ancora prima, nell’agosto 2006, il consorzio italo-francese ATR (joint venture al 50% tra il gruppo aerospaziale EADS e Leonardo SpA) con sede legale a Blagnac-Tolosa, aveva firmato un contratto del valore di 97 milioni di dollari con la compagnia tanzaniana “Precision Air Services” per la fornitura di sei nuovi velivoli (tre ATR 42-500 e tre ATR 72-500). Gli aerei furono consegnati tra il 2008 ed il 2010 e sono impiegati nel trasporto passeggeri in tutto il continente africano.

Il consorzio ATR e la “Precision Air Services” siglarono altresì un Memorandum of Understanding che prevedeva l’avvio di un programma da realizzarsi in Francia, per l’addestramento di personale tanzaniano alla manutenzione aeronautica e al pilotaggio dei velivoli.

Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
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