Teheran, 23 maggio 2022
Cinque colpi di pistola alla testa, sparati con pistole silenziate, da sicari armati a bordo di moto, per giustiziare uno dei massimi ufficiali dei Pasdaran proprio davanti casa sua. Un colonnello della Forza Quds dell’IRGC – il potente Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche Iraniane – il colonnello Hossan Sayad Khodaei.
Teheran domenica pomeriggio è stato teatro di una feroce esecuzione, nel più tipico stile del Mossad (Servizio Segreto Israeliano). Un blitz in pieno giorno in un’area considerata tra le più sicure di Teheran proprio ad un tiro di schioppo dal parlamento iraniano, pieno centro della capitale.
Una foto dei media iraniani mostra l’autovettura Kia Pride con il corpo dell’ufficiale accasciato al posto di guida immerso in una pozza di sangue, con i vetri dell’abitacolo dell’auto in frantumi per la pioggia di proiettili. Ma che gli autori dell’agguato siano pedine del Mossad è solo un semplice sospetto, nessuno per il momento s’arrischia ad affermarlo con certezza.
Quel che è certo è che c’è una determinata escalation omicida, col solito modus operandi, ed il fattaccio arriva ad otto mesi dai dettagli sull’assassinio del Generale e scienziato nucleare Mohsen Fakhrizadeh (il “padre della bomba iraniana”), anche lui assassinato ad Absard, in Iran, il 27 novembre 2020 con una grandinata di colpi partiti da mitragliatrici telecomandate in remoto (l’ipotesi iniziale era che almeno 12 killer sarebbero arrivati sul luogo del delitto a bordo di motociclette).
Lo scorso febbraio la BBC ha riferito che “Il Mossad israeliano è il principale sospettato dall’Iran, è l’unico ad avere un così alto livello di penetrazione”.
Secondo la ricostruzione di alcune fonti bene informate, Hossan Sayad Khodaei era certamente un personaggio d’alto rango e di spicco nell’industria militare iraniana (in particolare per vari progetti di sviluppo dei droni armati). Sarebbe stato addirittura il braccio destro di Qasem Soleimani, l’ex Comandante dell’ IRGC, assassinato nel gennaio 2020 con un’attacco di droni a Baghdad (in Iraq).
Il Jerusalem Post sostiene che il colonnello iraniano Khodaei era in prima linea nella “pianificazione di attacchi agli ebrei e israeliani in tutto il mondo” e la sua eliminazione è arrivata in un contesto geopolitico in cui “stanno aumentando le minacce di Teheran di lanciare droni tecnologici contro Israele”.
Non è un caso infatti che le Guardie Rivoluzionarie Iraniane abbiano da tempo dato forte impulso alla progettazione e costruzioni di droni armati di nuova generazione, investendo in questo settore miliardi di dollari (mentre la popolazione sta morendo di fame/sete e il paese e sull’orlo del baratro) tanto da aver addirittura aperto una grande UAV Factory a Dushambe in Tajikistan per la produzione in serie dei Droni Militari.
Casualmente, proprio ieri, il Jerusalem Post, ha dato notizia che il genero dell’ex Comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Qasem Soleimani, è sospettato da tempo di contrabbandando di armi strategiche e droga dall’Iran agli hezbollah libanesi e la sua rete è supportata dalle Guardie Rivoluzionarie Iraniane.
Secondo il quotidiano la notizia arriva da Sayyed Reza Hashim Safieddine, figlio di Sayyed Hashim Safieddine, il capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah (sposato bene ricordarlo, con Zeinab Soleimani, figlia del generale assassinato in Iraq. Reza sicuramente sa quel che dice, risulta essere molto vicino al secondo figlio di Nasrallah Jawad, collocato nella black list antiterrorismo degli Stati Uniti nel 2018 per la sua attività di reclutamento di combattenti di organizzatore di attacchi terroristici e attentati suicidi sia in Israele sia in Cisgiordania.
Sul commando che ha attaccato domenica a Teheran il quotidiano israeliano Shaharit ha commentato: “questa è un’operazione di intelligence israeliana… alti funzionari in Israele da anni rivendicano elevate capacità operative in Iran…” mentre il Teheran Times più cautamente ha evitato – per il momento – di attribuire paternità a vanvera: “L’ufficio pubbliche relazioni dell’IRGC in un suo comunicato ufficiale ha annunciato che il colonnello Sayad Khodaei è stato ammazzato nel centro di Teheran domenica alle ore 16:00. L’ufficiate Sayad Khodaei, che ha anche combattuto contro Daesh in Siria, è stato ‘martirizzato’ in un’atto terroristico criminale commesso da elementi affiliati all’arroganza globale (terminologia usualmente utilizzata per identificare Israele e Stati Uniti, ndr) Sono in corso le necessarie azioni per identificare e arrestare gli aggressori”.
Poi però qualcuno a Teheran si é lasciato scappare che “i responsabili sono senz’altro teppisti legati all’intelligence del regime sionista”.
Il quadro che emerge da questa escalation è che l’Iran sembra essere molto più vulnerabile rispetto al passato. Questo modus operandi potrebbe essere assai rischioso (oltreché abbastanza stupido). Nel manuali di guerra s’insegna che non si dovrebbe mai umiliare il nemico, bisognerebbe sempre dargli una via d’uscita, in modo che possa salvare la faccia.
Poi ci sono cose di molto più buon senso che invece non s’imparano dai manuali di guerra. Che portano a porsi semplici domande, come ad esempio: anziché gettare miliardi al vento per combattere con armi sempre più micidiali, perché non spenderli più degnamente per combattere, la fame, la sete, le malattie e le pandemie?
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