Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
19 maggio 2022
Occhi e orecchie dei media e della politica puntati sul sanguinoso conflitto in Ucraina e un po’ meno al sempre maggiore coinvolgimento militare italiano, ma intanto il governo Draghi-Guerini-Di Maio potenzia il dispositivo armato nel continente africano.
Nelle scorse settimane è stato costituito il Task Group Air Sahel, una forza di pronto intervento aereo nell’ambito della Missione bilaterale di supporto delle forze armate italiane a favore della Repubblica del Niger (MISIN).
“Il Task Group consentirà alla missione di espandere le proprie capacità operative e logistiche in Sahel”, spiega lo Stato Maggiore della Difesa. “Esso opera dalla Base Aérienne 101 di Niamey con il velivolo C-27J, cargo medio, particolarmente versatile e flessibile nell’impiego e in grado di svolgere con efficacia le diverse missioni da trasporto tattico, operando anche da piste semi-preparate o deteriorate, così come le missioni di aviolancio di paracadutisti, fondamentali per l’addestramento del personale delle forze di sicurezza nigerine, svolto dai Mobile Training Team della MISIN”.
Il C-27J Spartan, realizzato da Leonardo Spa, ha una lunghezza di 22,70 metri, un’apertura alare di 28,70 e può raggiungere una velocità massima di 590 km/h e un’autonomia di volo di 5.950 km. A bordo può ospitare fino a 40 paracadutisti ed è stato trasferito in Niger dalla 46esima Brigata Aerea dell’Aeronautica Militare di stanza nella base di Pisa san Giusto.
L’aereo da trasporto opera nell’Africa sub sahariana congiuntamente con gli assetti del Comando Forze per la Mobilità e il Supporto dell’Aeronautica italiana (CFMS) di Centocelle-Roma, che – come spiega ancora lo Stato Maggiore – “garantiscono al Teatro Operativo saheliano le loro capacità di Airlift Transportation, ovvero le potenzialità di trasporto di personale, materiali e mezzi ovunque ve ne sia necessità, con una capacità di intervenire in ogni condizione e con minimo preavviso, anche in territori ostili”.
Tra gli aerei da trasporto presenti nel Sahel ci sono anche i C-130J della 46esima Brigata Aerea di Pisa, mentre il 14° Stormo di Pratica di Mare mette a disposizione i KC-767A, velivoli che possono essere impiegati per caricare uomini e mezzi di guerra o come mezzi cisterna per il rifornimento in volo dei caccia. “Inoltre – aggiunge la Difesa – i Fucilieri dell’Aria del 9° Stormo di Caserta-Grazzanise e del 16° Stormo di Martina Franca, dipendenti dalla prima Brigata Aerea Operazioni Speciali (Furbara), operano a bordo dei velivoli dell’Aeronautica Militare, garantendo l’insieme di misure e procedure volte a ridurre al minimo la vulnerabilità del personale, dei mezzi e delle operazioni, rispetto a qualsiasi minaccia ed in ogni circostanza e ciò allo scopo di preservare la libertà d’azione e l’efficienza operativa delle forze in campo”.
I C-27J Spartan sono impiegati per l’addestramento e gli aviolanci del battaglione paracadutisti e delle forze di sicurezza del Niger.
Nel 2021 la missione MISIN ha svolto ben tre sessioni bimestrali di formazione del personale nigerino con oltre 2.500 lanci e la “promozione” a paracadutista di oltre 400 “allievi” dell’Esercito e della Gendarmeria nazionale. I corsi sono stati condotti da personale del Centro Addestramento Paracadutisti di Pisa, del 187° Reggimento Paracadutisti e dall’8° Reggimento Genio Paracadutisti della Brigata “Folgore”, presso la zona lancio denominata in codice Niger 4, nei pressi della capitale Niamey.
“I corsi di paracadutismo militare rientrano nel nuovo concetto d’azione della missione MISIN che sta rivedendo e migliorando le capacità della controparte nigerina, passando da una tipologia addestrativa sviluppata per singoli moduli, al più complesso programma di sviluppo di capacità, step fondamentale per l’incremento della formazione individuale e collettiva dell’esercito nigerino”, spiega lo Stato maggiore.
“Dopo l’acquisizione della qualifica di paracadutista militare, le unità appartenenti al 1° Battaglione Paracadutisti nigerino sono state immediatamente impegnate sul fronte, con il delicato compito di contrastare e prevenire le attività ostili perpetrate da organizzazioni terroristiche nei confronti della martoriata popolazione civile nigerina”. Le attività a favore delle forze armate della repubblica del Niger sono state avviate anche quest’anno presso il CITAP (Centre d’Instruction aux Techniques AéroPortées) di Niamey.
Nelle scorse settimane la missione MISIN ha condotto pure un corso di addestramento teorico e pratico di Primo Intervento/Squadre Operative di Soccorso in favore dei militari del Gruppo Operazioni Speciali della Gendarmeria Nazionale. “Il corso ha favorito lo sviluppo delle capacità delle Unità destinate al Primo Intervento della Gendarmeria nigerina, necessarie per fronteggiare attacchi di matrice terroristica, migliorando la sicurezza degli operatori e l’efficienza dell’intervento, così da salvaguardare l’incolumità dei civili, evitare danni collaterali e catturare soggetti armati e pericolosi nei casi di gravi eventi”, informa la Difesa.
Parallelamente è stato svolto ad Agadez un corso per operatore di ordine pubblico per 45 membri della Gendarmeria, della Guardia Nazionale e della Polizia del Niger. Sempre secondo lo Stato Maggiore, “l’addestramento svolto ad Agadez, crocevia strategicamente rilevante nella regione per le attività di contrasto ai fenomeni del terrorismo, della criminalità organizzata e dei traffici di esseri umani, armi e droga, consolida l’ottimo rapporto di fiducia e cooperazione costruito con i partner nigerini, che hanno fortemente richiesto la presenza degli istruttori militari italiani in questa vasta e complessa regione”.
Avviata nel settembre 2018 dopo gli accordi stipulati tra i ministeri della Difesa di Italia e Niger, la missione MISIN fornisce assistenza militare alle forze di sicurezza nigerine per accrescerne le funzioni tecnico-logistiche ed operative (oltre 6.500 i militari e gli agenti di polizia formati ed addestrati).
“Il Governo ha autorizzato la Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (con area geografica di intervento allargata anche a Mauritania, Nigeria e Benin) al fine di incrementare le capacità volte al contrasto del fenomeno dei traffici illegali e delle minacce alla sicurezza, nell’ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area e il rafforzamento delle capacità di controllo del territorio da parte delle autorità nigerine e dei Paesi del G5 Sahel (Burkina Faso, Ciad, Mali, Mauritania e Niger, NdA)”, spiega il Ministero della difesa.
I Mobile Training Team italiani attualmente impiegati sono composti da militari della Brigata Paracadutisti “Folgore”, da operatori delle Forze Speciali del 185° Reggimento Ricognizione ed Acquisizione Obiettivi e da Carabinieri. Il contingente comprende un team per ricognizione e comando e controllo, addestratori da impiegare anche presso il Defense College in Mauritania, un team sanitario, una squadra rilevazioni contro minacce chimiche-biologiche-radiologiche-nucleari (CBRN), unità di supporto/protezione e per la raccolta informativa, sorveglianza e ricognizione a supporto delle operazioni. Per la Missione MISIN è stato autorizzato dal Parlamento un impiego medio annuale fino a un massimo di 295 militari, 160 mezzi terrestri e 5 mezzi aerei.
All’interno della base aerea 101 di Niamey, sede del Comando di MISIN, personale del 6° Reggimento Genio Pionieri (Roma) dell’Esercito Italiano sta completando i lavori infrastrutturali per la prima base interamente italiana in Africa e che servirà anche come vero e proprio hub logistico ed operativo per tutte le attività delle forze armate nazionali nel Sahel.
Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
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