Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
18 maggio 2022
I colpi di scena in Mali sono diventati una consuetudine. “Abbiamo sventato un tentativo di colpo di Stato”, ha affermato il governo di transizione, precisando che i fatti si sarebbero svolti nella notte tra l’11 e il 12 maggio scorso.
Secondo il comunicato ufficiale delle autorità di Bamako “Il fallito tentativo è stato organizzato da un gruppetto di ufficiali e sottufficiali, sostenuti da uno Stato occidentali”.
Finora non sono trapelati molti dettagli, tantomeno i nomi dei presunti colpevoli. Radio France Internationale (RFI) ha però riferito che, secondo alcune fonti, sarebbero stati arrestati 7 militari, tra questi anche il colonnello Amadou Keïta, membro del Consiglio Nazionale di transizione. Intanto continuano le ricerche degli altri responsabili.
Le persone arrestate hanno denunciato un certo malcontento e tensioni all’interno dell’apparto militare, specie per quanto riguarda il modus operandi sul campo e cambiamenti in seno alla gerarchia.
Comunque non è la prima volta che le autorità di transizione denunciano tentativi di colpo di Stato. Quello attuale è il quarto. Alcuni dei presunti colpevoli sono ancora in galera e i loro avvocati hanno svelato che avrebbero subito gravissime torture.
Domenica sera, invece, il governo di Bamako ha annunciato il ritiro da tutti gli organi del G5 Sahel, l’Organizzazione che coordina la politica di sicurezza nel Sahel cui partecipano Mali, Niger, Ciad, Burkina Faso e Mauritania.
L’esercito maliano sarà richiamato quindi dal contingente Force G5 Sahel, task force dei 5 Paesi creata per combattere il terrorismo, ampiamente finanziata dall’UE, USA e altri partner. https://www.africa-express.info/2018/02/28/altri-50-milioni-della-ue-per-finanziare-la-caccia-ai-migranti-nel-sahel-bilico-la-missione-italiana/
Bamako contesta il rifiuto degli altri Paesi membri di non rispettare i termini della rotazione della presidenza. ll Ciad, attualmente a capo dell’organizzazione regionale, in occasione del vertice dello scorso febbraio, avrebbe dovuto cedere il testimone al Mali. La data del summit è stata rinviata sine die e la presidenza rimasta assegnata a N’Djamena
L’ultima riunione dei 5 capi di Stato dell’organizzazione risale al febbraio 2021 nella capitale ciadiana. Dopo il colpo di Stato del maggio 2021 in Mali, le relazioni tra gli Stati membri del G5 Sahel e il governo di transizione di Bamako sono piuttosto tese, ragione per la quale i golpisti ritengono che i loro partner vorrebbero negare al Paese la presidenza di turno.
Nel comunicato del governo di transizione viene sottolineato Bamako non ammette interferenze nei suoi affari interni. Neanche da Paesi vicini e formalmente amici. Anche se non menzionato, il riferimento è al Niger, oggi il miglior alleato di Parigi nella regione.
Viene inoltre precisato, che il tutto sarebbe stato orchestrato da un Paese “extra-regionale”, questa volta non citata è la Francia.
Ieri il presidente del Niger, Mohamed Bazoum, intervistato dal quotidiano francese La Croix, ha sottolineato che l’isolamento del Mali si ripercuote su tutto il Sahel. “Con l’uscita del Mali, il G5 Sahel è morto. Se il Paese fosse in una situazione normale, saremmo in grado di sviluppare la nostra cooperazione con Barkhane”.
L’influenza russa, soprattutto la presenza dei mercenari di Wagner, hanno fatto sì che il Mali cancellasse tutti gli accordi siglati nel passato. Non solo: ha praticamente messo alla porta la Francia e l’Opération Barkhane.
Bamako poi si è inimicata anche altri alleati, tant’è vero che proprio in questi giorni Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, ha confermato la sospensione della missione EUTM (programma di addestramento delle forze militari e della sicurezza) in Mali. L’UE teme interferenze da parte dei contractor russi e il governo di transizione non avrebbe dato garanzie in tal senso.
Borrell ha inoltre espresso il proprio rammarico per la decisine del Paese di lasciare l’organizzazione regionale. Ha inoltre criticato la stretta collaborazione di Bamako con il contractor russi, che combattono accanto all’esercito maliano. I mercenari sono accusati di aver commesso gravi violazioni dei diritti umani.
Cornelia I. Toelgyes
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