Sandro Pintus
Firenze, 28 aprile 2022
Pitseng Gaoberekwe era un cacciatore boscimano del Botswana ed è morto nel dicembre scorso a 75 anni, un’età avanzata per un bushman. Ma non può essere sepolto, come suo ultimo desiderio e suo diritto, nel Central Kalahari Game Reserve, terra ancestrale dei boscimani.
Il giudice, Itumeleng Segopolo, il 25 aprile ha negato il permesso di sepoltura alla famiglia. Secondo la sentenza, i congiunti devono recuperare il corpo entro 10 giorni e seppellirlo al di fuori della riserva. Pena: l’arresto. La denuncia dell’ennesimo caso di violazione dei diritti dei boscimani viene da Survival International, ong che difende i popoli indigeni.
Secondo la cultura del popolo nomade, il defunto deve tornare dai suoi antenati e può farlo se viene sepolto nella terra dei suoi avi. “Separare le nostre anime e i nostri spiriti è come togliere un bambino appena nato alla madre – ha dichiarato Moeti, nipote del defunto, a Survival -. Crediamo che i tribunali del Botswana siano fedeli al governo e quindi non ci aspettiamo giustizia”.
“Questa sentenza è una violazione dei nostri diritti indigeni, riconosciuti dalla legge e dai trattati internazionali. Abbiamo diritti sulla nostra terra ancestrale e nessuno può toglierceli, a prescindere da ciò che dice il governo. Era la nostra terra ben prima di diventare una riserva faunistica.”
È una dura lotta quella dei boscimani contro il governo del Botswana che calpesta i loro diritti. Se cacciano vengono considerati bracconieri e arrestati come è accaduto anche a Pitseng Gaoberekwe. Accade nonostante la storica battaglia giudiziaria di sedici anni fa vinta dal popolo di cacciatori-raccoglitori.
Il 13 dicembre 2006 i giudici hanno stabilito che lo sfratto dei boscimani dal Central Kalahari Game Reserve è stato illegale e anticostituzionale. Quindi avevano il diritto di ritornare a vivere nella loro terra. Inoltre coloro che hanno intentato la causa avevano il diritto di cacciare e raccogliere liberamente nella riserva, senza chiedere il permesso di entrarvi. La sentenza del 25 aprile, secondo molti boscimani ha l’aria di essere una vendetta per la sconfitta del 2006.
“La sentenza va contro la storica decisione della Corte Suprema del 2006 – ha dichiarato Fiona Watson di Survival International -. Condanniamo il governo e questa sentenza sbagliata e faremo tutto il possibile affinché la famiglia di Pitseng abbia giustizia”
I san i koisan sono un’etnia di cacciatori-raccoglitori che conta circa 90 mila persone meglio conosciuti come boscimani (dall’inglese bushmen, “uomini della boscaglia”. Vivono nell’area del deserto del Kalahari tra Botswana, Sudafrica e Namibia. Secondo prove archeologiche questo popolo abita l’Africa meridionale da 22.000 anni. Boscimani e pigmei sono considerati i discendenti della Eva mitocondriale. Vissuta tra 99.000 e 200.000 anni fa è considerata l’antenata comune di tutti gli esseri umani.
Sandro Pintus
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