AFRICA

Mercenari russi della Wagner catturati in Mali dai jihadisti: Bamako nega la loro presenza

Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
25 aprile 2022

Il Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani assicura di aver catturato in Mali diversi mercenari russi del gruppo Wagner. Il loro numero è per ora imprecisato. .

“I russi combattono insieme ai militari maliani”, hanno assicurato i jihadisti dopo la cattura dei contractor. Ciononostante il governo di transizione del Mali continua a negare la presenza dei Wagner sul proprio territorio. Insiste sul fatto che si tratta di soldati russi, con il solo compito di addestrare le truppe.

Mercenari del gruppo Wagner in Mali

Ma stavolta, se quanto affermano i terroristi è vero, sarà difficile non ammettere la realtà. La notizia della cattura dei mercenari è stata data in un comunicato apparso ieri sera sulla piattaforma di propaganda Al-Zallaqa (Al-Zallaqa prende il nome di un combattimento, conosciuto in occidente con il nome di Battaglia di Sagrajas, Spagna, del 23 ottobre 1086,  durante la quale furono sconfitte le truppe cristiane di Alfonso VI de León e vinta dai musulmani almoravidi – dinastia berbera proveniente dal Sahara – di Yúsuf ibn Tasufín).

Per altro qualche giorno fa un mercenario è rimasto vittima durante un agguato dei terroristi. (https://www.africa-express.info/2022/04/22/salta-su-una-mina-un-camion-militare-in-mali-morto-un-mercenario-russo/).

E’ la prima volta che il raggruppamento jihadista menziona i “collaboratori” di FAMa (Forze Armate Maliane). Nel comunicato viene precisato che i contractor sono stati catturati all’inizio di aprile nei dintorni di Ségou (capoluogo della regione omonima), dove i russi avrebbero partecipato a un’operazione anti-terrorista dei militari maliani a Moura, nella regione di Mopti, a fine marzo

I terroristi hanno confermato a Moura la presenza di mercenari russi che hanno combattuto accanto a militari maliani, dove, secondo, Human Rights Watch, sarebbe stata compiuta una strage di civili. Si parla di almeno 300 morti (https://www.africa-express.info/2022/04/12/ong-denunciano-massacro-di-300-civili-in-mali-russia-e-bamako-vietano-indagine-dei-caschi-blu/). La mattanza ora è stata confermata anche dai jihadisti.

Le Nazioni Unite hanno chiesto l’apertura di un’inchiesta indipendente, finora negata dalle autorità di Bamako. Anzi, hanno tassativamente vietato ai caschi blu di MINUSMA (missione di pace dell’ONU in Mali) di recarsi sul luogo della presunta carneficina.

Recentemente il ministro della Riconciliazione, Ismasmaél Wagué, si è recato a Moura e in tale occasione ha ribadito che la magistratura militare avrebbe aperto un’inchiesta, come annunciato la scorsa settimana. Il ministro ha anche affermato che le accuse contro i militari e i russi sono assolutamente infondate, negando per l’ennesima volta la partecipazione dei mercenari di Wagner.

Miliziani jihadisti in Mali

 

Intanto continuano le aggressioni dei terroristi attivi in tutto il Sahel. Domenica mattina i jihadisti hanno compiuto ben tre attacchi a basi militari: a Sévaré nella regione di Mopti,  Bapho e Niono nella regione di Ségou, tutte al centro del Paese.

Le tre postazioni militari sono state attaccate simultaneamente alle 5 del mattino con vetture kamikaze, colme di esplosivo. Secondo FAMa sarebbero morti 6 soldati, i feriti sarebbero una ventina, oltre a notevoli danni materiali.

La scorsa settimana Parigi ha inviato il nuovo chargé d’affaires, Marc Didio, che sostituisce il suo predecessore che occupava la posizione solamente a interim. A fine gennaio Bamako aveva dichiarato l’allora ambasciatore francese, Joël Meyer, come “persona non grata”. Prima del suo trasferimento in Mali, Didio è stato il numero due dell’ambasciata d’Oltralpe in Senegal.

Nel prossimo futuro non è previsto l’arrivo di un nuovo ambasciatore, in quanto le relazioni tra Parigi e Bamako sono tutt’ora piuttosto tese.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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