Cornelia I. Toelgyes
20 aprile 2022
Non c’è pace nell’est del Congo-K. La morte è sempre dietro l’angolo e se non sono i gruppi armati a ammazzare i residenti, lo sono gli stessi militari che dovrebbero difendere e proteggere la popolazione.
Due militari delle forze armate congolesi (FARDC), apparentemente in stato di ebbrezza, hanno ucciso almeno 15 persone in due giorni.
Lunedì un soldato a aperto il fuoco contro una piroga a motore che stava salpando all’altezza di Kazimia, nel Sud-Kivu, per navigare sul lago Tanganica. Secondo quanto riportato da un amministratore del luogo, il militare avrebbe sparato contro i passeggeri, colpendo a morte 8 persone e ferendone altre 7, tutti civili.
Le ragioni del folle gesto non sono chiare. Si suppone che il militare fosse in preda ai fumi dell’alcol mentre si trovava sulla barca insieme alle sue vittime, uomini, donne e bambini. Prima del suo arresto, è stato linciato dalla folla. E, in base a quanto riportato dalla France Presse, sarebbe poi deceduto in prigione la sera stessa a causa delle ferite inflitte dalla popolazione inferocita.
Un altro folle gesto si è consumato il giorno di Pasqua, a Bambu, nel territorio di Djugu, una zona che spesso è teatro di attacchi da parti di gruppi armati.
Infatti quando la popolazione si è svegliata a suon di colpi di arma da fuoco, ha subito pensato a un’incursione a opera di miliziani, invece si è trattato di ben altro.
Un soldato, al quale i colleghi avevano ritirato il fucile la sera precedente, perché completamente ubriaco, era venuto la mattina presto a recuperare la sua arma. Il militare ha poi subito ammazzato la guardia del corpo del colonnello, subito dopo ha ucciso anche l’ufficiale e infine ha sparato contro 5 civili.
Mentre stava fuggendo è stato raggiunto da un commilitone che, con un colpo di arma da fuoco, lo ha freddato a sua volta.
Jules Ngongo, portavoce dell’esercito nella provincia Ituri, ha detto che si tratta di un caso isolato e ha aggiunto “Cercheremo di far luce quanto prima sul gesto irresponsabile commesso da questo criminale”.
Ma tanto isolati questi casi non sono. Che dire dei militari che, lanciando per aria delle granate, hanno ferito ben 6 persone. E’ successo nel territorio di Masisi (Nord-Kivu), quando i soldati sono entrati nel villaggio di Kisovu per arrestare un giovane.
Ituri, Nord-Kivu e Sud-Kivu, tre province nell’est della Repubblica Democratica del Congo, sono teatro di sanguinosi attacchi da parte di gruppi armati da oltre 25 anni. Morti, stupri, violenze non si contano più.
Inoltre, nell’ Ituri e nel Nord-Kivu è stato imposto lo stato d’emergenza dai primi di maggio 2021. Il provvedimento, che ha dato pieni poteri all’esercito e alla polizia, però a tutt’oggi non ha riportato la pace nelle travagliate e martoriate province.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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