Biglietto di sola andata verso il Ruanda per africani scappati in Gran Bretagna senza permessi

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Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
15 aprile 2022

Johnson ha dichiarato senza mezzi termini: “Con oggi, tutti coloro che sono giunti illegalmente nel Paese dal 1°gennaio 2022 potranno essere trasferiti in Ruanda. Può darsi che la nostra compassione si sia esaurita, ma non la volontà di aiutare le persone”.

Il governo del Regno Unito è convinto che molti richiedenti asilo siano “semplicemente” migranti economici, e questi saranno spediti in Ruanda, oppure possono ritornare liberamente nel proprio Paese di origine.

Il ministro Affari Esteri del Regno Unito e il suo omologo ruandese Vincent Biruta

Il conservatore Johnson aveva promesso che avrebbe controllato l’immigrazione. Quindi ora però vuole restare fedele agli impegni presi: i richiedenti asilo, arrivati attraversando la Manica, sono passati da 8.466 nel 2020 a 28.500 nel 2021, senza contare le persone morte durante la pericolosa traversata.

Ormai l’affare è stato concluso, firmato ieri in Ruanda tra Priti Patel, ministro degli Esteri del governo di Johnson e il suo omologo ruandese, Vincent Biruta. Londra verserà a Kigali oltre 140 milioni di euro, per finanziare accoglienza, integrazione, formazione professionale e istruzione; di questi ultimi due punti possono però usufruire anche i ruandesi.

Gillian Triggs, assistente per la protezione dell’Alto Commissario dell’UNHCR si oppone fermamente agli accordi tra Londra e Kigali. “Si cerca di trasferire i rifugiati e i richiedenti asilo in Paesi terzi in assenza di garanzie e standard sufficienti”. La Triggs ha poi aggiunto: “Questo trattato è contrario ai principi della Convenzione per i rifugiati”.

Naufragio di migranti nella Manica

Già in passato il governo di Paul Kagame si è reso disponibile a accogliere migranti non ben accetti in altri Paesi. Basti pensare agli accordi siglati con Israele nel tra il 2014 e 2017. Allora Tel Aviv versava 5.000 dollari a Kigali per ogni rifugiato sub-sahariano, per lo più eritrei e sudanesi.

La parola d’ordine dell’allora primo ministro, Benjamin Netanyahu era: “detenzione o deportazione”. Non si conosce il numero esatto delle persone costrette a partenze “volontarie” all’epoca. Si stima che circa 4mila “irregolari” siano stati “accolti” tra Ruanda e Uganda. I più hanno però lasciato quasi subito questi Paesi, affidandosi ai trafficanti per raggiungere l’Europa.

Nell’autunno 2019 è stato poi siglato un Memorandum of Understanding tra l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), il governo ruandese e l’Unione Africana per l’evacuazione d’emergenza di migranti dalla Libia.

Secondo il ministero incaricato della gestione delle emergenze ruandese, con le prime 7 evacuazioni sarebbero arrivati a Kigali 824 migranti intrappolati in Libia. Tra questi, 565 sarebbero poi stati trasferiti in Paesi terzi.

Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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