Speciale per Africa ExPress
Sergio Pizzini
14 aprile 2022
Nel 2019, con un documento intitolato ”Extending Russia: Competing from advantageous Ground”, www.rand.org/t/RR3063 , preparato dalla Rand Corporation, l’ esercito degli Stati Uniti veniva edotto sia dei potenziali esiti positivi, sia dei rischi di un mirato proseguimento della politica di destabilizzazione della Russia.
Questa politica era iniziata nel 2014 a seguito dell’annessione della Crimea, già regalata da Krusciov all’ Ucraina, ma poteva divenire ancor più necessaria a seguito delle mire della Russia sul Donbaass. Senza dimenticare che per i leader del Cremlino gli Stati Uniti erano implacabili nemici delle Russia.
Il documento analizza nei dettagli le misure economiche da adottare, come i vari tipi di sanzioni a carico delle banche e degli oligarchi, ma mette in evidenza soprattutto la necessità di un blocco delle esportazioni di petrolio e gas dalla Russia verso l’Europa, ivi incluso il blocco del gasdotto North Stream 2, nell’ ipotesi molto consistente che questo blocco potrebbe procurare il maggior danno economico alla Russia.
Il documento esamina con chiarezza le contraddizioni europee in questo settore, dettate da una macroscopica dipendenza energetica dalla Russia, ed indica anche i potenziali danni economici per l’economia europea ed i possibili rimedi, come l’import di gas liquefatto dagli Usa e da altri Paesi europei ed extraeuropei, l’adozione locale di tecniche di cracking, e lo sviluppo del solare.
Passando a considerazioni di carattere militare, il documento indica con chiarezza la debolezza della NATO, sia per le posizioni dei Paesi membri in merito all’alleanza, sia per il mancato adeguamento delle spese militari degli Stati dell’Alleanza, e prevede l’eventuale spostamento delle basi dei missili nucleari in zone più sicure, prevedendo obiettivi strategici all’interno della Russia.
ll documento analizza infine i benefici della politica di assistenza strategica e militare all’Ucraina, iniziata nel 2014, e propone l’invio di più consistenti aiuti da parte degli USA e della NATO, con forniture di armamenti (defensive lethal weapons) e di risorse di cyberdefense, allo scopo di creare un forte esercito ucraino in grado di fronteggiare le mire del Cremlino.
Vengono analizzati anche i rischi, valutati in una guerra con morti, cittadini sfollati e città distrutte, nel caso di una possibile contro risposta russa a questa minaccia ai propri confini.
Gli eventi attuali già nel 2019 erano stati, quindi, previsti con grande precisione dagli analisti della Rand Corporation, e quindi dall’apparato militare USA, ai quali si è andato incontro senza attuare possibili misure di dissuasione.
La lettura di questo documento ci aiuta comunque a capire che la guerra in Ucraina non è la guerra della Russia contro l’Occidente, ma una guerra della Russia contro gli Stati Uniti, una guerra per commissione in Ucraina, che esclude l’uso dei armi nucleari, ma non esclude la potenziale distruzione dell’ Europa se il conflitto dovesse debordare in Polonia, da cui transitano gli aiuti militari verso l’Ucraina, con la conseguenza di portare alla guerra tutti i paesi NATO, e quindi l’ Europa.
Così come ci aiuta a capire la debolezza strategica e militare della Russia, e la chiaroveggenza strategica degli Stati Uniti in una contesa fra superpotenze.
Tuttavia, se una responsabilità indiretta, non causale, degli Stati Uniti per questo conflitto esiste, la Russia è invece direttamente responsabile dell’aggressione all’Ucraina, e di tutte le morti presenti e future, conseguenti a questo conflitto.
Da un punto di vista geopolitico le conseguenze di questo conflitto sono già ora l’evanescenza se non la scomparsa di un’ Europa come entità sovrannazionale, con un proprio esercito ed una politica estera, e la figura del presidente degli Stati Uniti come “Comandante in capo” della NATO e della difesa europea.
E la probabile formazione di un blocco omogeneo in Asia, con Russia, Cina ed India, che contrasteranno agli Stati Uniti il predominio mondiale.
Sergio Pizzini
http://www.sergiopizzini.eu/curriculum.html
Già professore ordinario di Chimica Fisica all’università degli studi di Milano
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