Cornelia I. Toelgyes
13 aprile 2022
Un nuovo attacco terrorista scuote il Benin. Lunedì scorso sono morti cinque militari delle forze armate. La vettura sulla quale viaggiavano è esplosa dopo aver urtato una mina artigianale. Un altro soldato è stato ferito e trasportato in ospedale.
Finora la vile imboscata, che si è consumata nel nord-ovest del Paese, nella zona del parco nazionale Penjari, al confine con il Burkina Faso, non è stata rivendicata, ma tutto fa pensare che sia di matrice jihadista. Anche il governo di Porto Novo non ha ancora rilasciato dichiarazioni sulla vicenda.
Il peggior attacco di quest’anno è avvenuto a febbraio in un altro parco nazionale, al confine con Burkina Faso e Niger, Paesi dove sono molto attivi diversi gruppi armati, in particolare Katiba Macina (conosciuto anche con il nome di Front de libération du Macina, fondato nel 2015 da Amadou Koufa), legato a al Qaeda, che sta cercando di rafforzare la sua presenza sia nel sud-est del Burkina Faso che nel sud-ovest del Niger, approfittando delle vaste aree forestali per stabilire delle nuove basi. Questa pressione si riversa anche sul Benin settentrionale e sul Togo.
Koufa e i suoi miliziani sono ricercati anche in Mali, dove recentemente i soldati di FAMa (Forces armées maliennes) hanno dato la caccia ai terroristi di questo gruppo armato al centro del Paese. I militari maliani, appoggiati dai mercenari russi del gruppo Wagner, sono ora accusati da ONG per i diritti umani di aver brutalmente ammazzato 300 civili.
Dopo l’aggressione di febbraio, il governo del Benin aveva assicurato di aver fornito importanti risorse finanziare per l’equipaggiamento, il reclutamento e la formazione di nuovo personale per contrastare il terrorismo nel Paese.
Sarà un caso, eppure il nuovo attacco è avvenuto a pochi giorni dalla nomina del nuovo capo di Stato maggiore. Durante il Consiglio dei ministri del 6 aprile scorso, Patrice Tallon, presidente del Benin, ha promosso Fructueux Gbaguidi al nuovo incarico. In precedenza Gbaguidi era a capo delle forze terrestri; ora dovrà concentrarsi sulla lotta contro il terrorismo, in forte espansione non solo in Benin, ma anche in altri Paesi del Golfo di Guinea.
L’ultima aggressione terrorista si è consumata pochi giorni prima dell’apertura della 16a conferenza dei capi dei servizi di intelligence e di sicurezza dei Paesi membri dell’Iniziativa di Accra, ospitata a Cotonou.
L’Iniziativa di Accra è un organismo di sicurezza cooperativo e collaborativo, creato nel 2017 e comprende Benin, Burkina Faso, Ghana e Togo per contrastare l’espansione del terrorismo verso il sud. I vari Stati collaborano su diversi fronti: tra cui la condivisione delle informazioni e dell’intelligence, la formazione del personale di sicurezza e di intelligence e di operazioni militari congiunte transfrontaliere.
Attualmente l’Iniziativa è appoggiata anche dalla Francia con l’Opération Barkhane e la task force Takuba (partner europei della Francia nella lotta contro il terrorismo nel Sahel, che comprende anche l’Italia), che hanno abbandonato il Mali dopo l’arrivo dei mercenari russi di Wagner, concentreranno il loro campo d’azione anche nel Golfo di Guinea.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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