AFRICA

ONG denunciano massacro di 300 civili in Mali: Russia e Bamako vietano indagine dei caschi blu

Africa ExPress
12 aprile 2022

Le forze armate maliane sono accusate di aver ammazzato trecento persone durante un’operazione anti-terrorista a Moura, villaggio al centro del Paese. La missione dell’ONU in Mali (MINUSMA) ha chiesto che venisse aperta immediatamente un’inchiesta sul presunto massacro.

Sopravvissuti al presunto massacro in Mali

Niente da fare. Non ci sarà alcuna inchiesta indipendente. Durante il Consiglio di sicurezza che si è svolto venerdì scorso al Palazzo di Vetro a New York, Mosca e Pechino hanno respinto la richiesta di un’indagine in tal senso, proposta presentata dalla Francia.

In base a un rapporto di Human Rights Watch, almeno 300 civili sarebbero stati brutalmente ammazzati a Moura. Secondo la ONG soldati maliani e combattenti stranieri – alcuni testimoni li hanno identificati come russi – sarebbero responsabili di vere e proprie esecuzioni sommarie.

Militari maliani

Le autorità di Bamako, invece, sostengono di aver neutralizzato ben 203 terroristi tra il 27 e il 31 marzo scorso. Versione messa fortemente in dubbio venerdì scorso dal ministro degli Esteri francese, Jena-Yves Le Drian, mentre i diplomatici russi hanno elogiato l’operazione dei militari maliani e hanno apostrofato come disinformazione le accuse nei confronti dei soldati e il coinvolgimento di mercenari russi durante l’operazione.

Di conseguenza, le autorità di Bamako hanno vietato ai caschi blu di rendersi Moura per effettuare indagini riguardanti il presunto massacro.

Durante il fine settimana il ministro per la Riconciliazione, Ismaël Wagué, accompagnato dal ministro delegato per gli Affari umanitari, imam Oumarou Diarra e dal responsabile delle operazioni militari nell’area, Mamadou Massaoulé Samaké, si è recato nella zona dove si sarebbe consumata la strage, per tranquillizzare la popolazione.

Il ministro ha affermato nuovamente che Bamako aprirà un’inchiesta, come annunciato la scorsa settimana; ha anche ribadito che le accuse contro i militari e i russi sono assolutamente infondate, negando la partecipazione dei mercenari di Wagner.

Wagué ha poi sottolineato che la popolazione non avrebbe rivolto rimproveri alle forze armate maliane e, secondo il ministro, l’operazione anti-terrorista sarebbe stata un successo e ha aggiunto che l’esercito maliano sarebbe stato informato di una riunione prevista per domenica 27 marzo a Moura del gruppo “Fronte per la liberazione di Macina” (capeggiato da Amadou Koufa, predicatore radicale maliano, di etnia fulani; fa anche parte del raggruppamento terrorista fondato nel marzo 2017 da cinque sigle di miliziani: “Gruppo di sostegno dell’Islam e dei musulmani”. n.d.r.). Venerdì 27 marzo, droni, aerei e altri mezzi di sorveglianza, dispiegati dall’esercito, avrebbero notato movimenti di diverse centinaia di terroristi.

Alle 11 di domenica, tre elicotteri delle forze speciali avrebbero poi attaccato il villaggio. I rinforzi jihadisti sarebbero stati neutralizzati dalle forze aeree e di terra dell’esercito e 145 terroristi sarebbero stati uccisi nei pressi di Moura. Alcuni soldati maliani sarebbero morti, fatto mai riportato nei precedenti rapporti.

Secondo le forze armate di Bamako e riportato dal quotidiano di Stato L’Essor i fatti si sarebbero svolti diversamente da come descritti dalle ONG per la difesa dei diritti umani maliane e straniere: per evitare combattimenti nelle strade, l’esercito avrebbe isolato il villaggio e il giorno seguente avrebbe radunato la popolazione di Moura. E, sempre in base a quanto riferito dai militari, avrebbero preso fuoco i depositi di armi dove si trovavano i terroristi. I loro corpi sarebbero stati carbonizzati dall’incendio, resti umani che le ONG starebbero cercando di far passare come civili bruciati. Durante la mattinata del 31 marzo i militari avrebbero lasciato la zona.

Intanto Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, ha fatto sapere oggi che l’UE sospenderà parte dei suoi programmi di addestramento in Mali, perchè teme interferenze da parte dei contractor russi. Il governo di Bamako non ha fornito garanzie sufficienti in tal senso.

Dopo il ritiro dal Mali dei militari francesi dell’operazione Barkhane e della task force dei suoi alleati, TAKUBA, European Union Training Mission (EUTM) ha bloccato per il momento la formazione dei militari delle forze armate e della guardia nazionale in Mali.

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Cornelia Toelgyes

Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all'italiano, inglese, francese e tedesco.

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