m.a.a.
Milano, 19 marzo 2021
Una nostra affezionata lettrice ha postato sulla pagina Facebook di Africa ExPress una durissima critica all’articolo, pubblicato il 17 marzo, in cui raccontavamo come il consorzio di giornalisti investigativi Disclose aveva denunciato il comportamento della Francia che fino al 2020 ha venduto armi alla Russia di Putin.
Scrive infatti V.C. “Siete diventati il peggio del peggio. Vi state schierando apertamente a favore dei fascisti ucraini e dei loro pupari amerikani”. Noi con quell’articolo abbiamo semplicemente sottolineato che gli attori in guerra non sono solo russi e ucraini ma anche qualcuno che ora fa finta di niente e vuole apparire come un agnellino che non si rende conto del danno che ha provocato.
Tra questi ” protagonisti ignari” c’è anche l’Italia. E por questo che oggi pubblichiamo una parte dell’inchiesta realizzata da
Per questo oggi pubblichiamo un’inchiesta realizzata da Investigate Europe, altro gruppo di colleghi, carte alla mano denunciano comportamenti quantomeno impropri. In basso trovate anche il link dell’intera inchiesta che riguarda anche altri Paesi.
Non stiano dicendo, come maliziosamente insinuerà qualcuno, che Putin ha fatto bene a comprare armi dell’Italia. Stiamo stigmatizzando il comportamento di chi ha venduto materiale bellico e ora fa finta di non sapere che sarebbe stato usato in guerra. Per ora in Ucraina, ma chi ci dice che non sarebbe utilizzati dalle milizie mercenarie Wagner nel Sahel contro le truppe italiane?
Ecco la parte dell’inchiesta di Investigate Europe che riguarda l’Italia.
Italia: Veicoli terrestri sul fronte ucraino
Al terzo posto nella lista degli esportatori i dati COARM (Conventional Arms Export Control Outreach Project, organo dell’Unione Europea) mostrano l’Italia, che tra il 2015 e il 2020 ha venduto alla Russia attrezzature militari per un valore di 22,5 milioni di euro. Secondo l’inchiesta di Investigate Europe, il primo grande contratto firmato con la Federazione è avvenuto nel 2015, quando il governo di Matteo Renzi ha autorizzato la società italiana Iveco a vendere alla Russia veicoli terrestri per un valore di 25 milioni di euro.
Investigate Europe ha potuto leggere l'”autorizzazione finale” rilasciata dal Ministero degli Affari Esteri (il ministro di allora era Paolo Gentiloni, oggi commissario europeo). Alla fine, la nostra ricerca mostra che solo 22,5 milioni di euro di attrezzature sono andate alla Russia.
Ma i veicoli da guerra – il modello Lynce, prodotto da IVECO – sono stati chiaramente avvistati da un giornalista del canale televisivo La 7 sulla linea del fronte ucraino, all’inizio di marzo.
Questi veicoli sono stati assemblati in una delle tre fabbriche che Iveco ha in Russia, ma assemblati con parti italiane.
Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio permanente sulle armi leggere (OPAL), ha detto a Investigate Europe: “Nell’esportazione di armi è soprattutto una decisione politica, il governo italiano avrebbe potuto rifiutare, poi andare in un legittimo processo con l’azienda di armi, e un giudice avrebbe tenuto conto della situazione politica e della necessità di rispettare un accordo europeo”.
Dopo il 2015, il flusso di armi e munizioni esportate in Russia dall’Italia è diminuito, per poi risalire nel 2021. Secondo l’ufficio statistico italiano, Istat, dati per il commercio estero, tra gennaio e novembre 2021 l’Italia ha consegnato alla Russia 21,9 milioni di euro di ‘armi e munizioni. Questo includeva “armi comuni” come fucili, pistole, munizioni e accessori.
Come è possibile che sei anni dopo l’entrata in vigore dell’embargo, il governo italiano possa ancora concedere così tante armi? Queste armi – fucili semiautomatici e munizioni – sono state vendute al mercato civile russo, che comprende sicurezza privata, para-militari e corpi speciali dello Stato”.
m.a.a.
Twitter @malberizzi
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