6 marzo 2020
In una lunghissima intervista a giornali arabi unificati (troppo lunga per trascriverla tutta) il Principe ereditario dell’Arabia Saudita, Mohammed Bin Salman al Saud, parla di riforme epocali nel suo Paese (riforma anche del Corano), e – con molta diplomazia – tocca alcuni tasti dolenti: estremismo, Iran, ONU e (ovviamente) Yemen:
«Come ben sapete, questa non è la prima crisi che tra Yemen e Arabia Saudita; durante il regno del re Abdulaziz, ce ne fu un’altra che fu risolta. Poi un’altra ancora negli anni ’70 e ’80, ed è stata risolta negli anni ’90. Infine seguita da unA terza nel 2009.
Tuttavia, siamo stati in grado di risolverle rapidamente prima che si verificasse l’ultima crisi quando gli huthi iniziarono ad espandersi come del 2014 fino a raggiungere Sanaa all’inizio del 2015, quando si sono rivoltati contro il governo legittimo dello Yemen.
Questo è impensabile in Yemen e nel resto del mondo. Nessun Paese accetterebbe di avere milizie ai propri confini, o un gruppo armato che opera al di fuori della legge ai propri confini, questo non è accettabile, né per l’Arabia Saudita né per i Paesi della regione, ed è inaccettabile anche in Yemen.
Abbiamo visto le ripercussioni di questo sullo Yemen. Ci auguriamo davvero che gli huthi siedano con tutte le altre parti yemenite al tavolo dei negoziati per raggiungere soluzioni che garantiscano i diritti di tutti e per salvaguardare anche gli interessi dei Paesi della regione.
Abbiamo ancora la nostra offerta aperta al cessate il fuoco e forniamo supporto economico e tutto ciò di cui hanno bisogno, purché gli huthi accettino un cessate il fuoco e si siedano al tavolo dei negoziati…
L’Iran è un Paese vicino in fin dei conti. Tutto ciò che chiediamo è di avere un rapporto buono e distinto con l’Iran. Non vogliamo che la situazione con il nostro vicino sia difficile.
Al contrario, vogliamo che prosperi e cresca poiché abbiamo interessi sauditi in Iran e loro interessi iraniani in Arabia Saudita, cioè sono proprio quelli che di portano prosperità e crescita nella regione e nel mondo intero.
Il problema che abbiamo, risiede in alcuni comportamenti negativi che hanno, sia in termini di programma nucleare, che il loro sostegno alle milizie illegali in alcuni Paesi della regione e il loro programma di missili balistici.
Ora stiamo lavorando con i nostri partner nella regione e nel mondo per trovare soluzioni a questi problemi. Speriamo davvero di superarli e di costruire una relazione buona e positiva con l’Iran a beneficio di tutte le parti…
Il Regno dell’Arabia Saudita è stato il principale obiettivo di progetti estremisti e atti terroristici nel mondo. Se fossi Osama Bin Laden e volessi diffondere i miei pensieri estremisti in tutto il mondo, soprattutto tra i musulmani, da dove inizierei?
Comincerei dallo Stato in cui si trovano i santuari sacri dei musulmani, dove vengono tutti i pellegrini e dove tutti i musulmani guardano cinque volte al giorno. Se dovessi diffondere il mio progetto partirei partirei da dove si diffonderebbe automaticamente in tutto il mondo: quindi penserei all’Arabia Saudita.
C’è stata una fase molto difficile del nostro mondo, diciamo dagli anni ’50 agli anni ’70, con un progetto panarabo assieme ad altri piani socialisti e comunisti.
In quegli anni è stata data l’opportunità a diversi gruppi estremisti di entrare in un modo o nell’altro in Arabia Saudita e di accedere a luoghi diversi, sia nello Stato che nell’economia.
Ciò ha avuto ripercussioni terribili e abbiamo visto le conseguenze negli anni precedenti. Ora, in Arabia Saudita non possiamo crescere, non possiamo attrarre capitali, non possiamo avere turismo, non possiamo progredire con un pensiero così estremista.
Se vogliamo creare milioni di posti di lavoro, diminuire la disoccupazione, se intendiamo far crescere l’economia e migliorare il nostro reddito, dobbiamo assolutamente trovare soluzioni comuni: è nel nostro interesse.
Per non parlare del fatto che questa gente non dovrebbe rappresentare la nostra religione alcun modo, né i nostri principi divini.
Senza dubbio questo modo di pensare costituisce un crimine che ha portato alla creazione di gruppi terroristici che hanno ucciso persone in tutto il mondo, ucciso sauditi e sprecato tante opportunità economiche.
Sono atti criminali, puniti dalle leggi dell’Arabia Saudita. Quindi, qualsiasi persona che adotti un approccio estremista, anche se non fosse un terrorista, è un criminale e dovrà affrontare tutta la forza della legge.
Come si vede l’intervista “a reti unificate” è interessante. Mohamed bin Salman vuole addirittura riformare l’islam e le interpretazioni restrittive del Corano. Peccato che in Arabia Saudita intellettuali mussulmani siano stati torturati e trucidati per aver osato molto meno. Il principe ereditario sembra che sogni un islam moderato senza più atroci punizioni legate ai dogmi religiosi: stop all’amputazione delle mani ai ladri, le flagellazioni, le lapidazioni, le pene di morte per gli apostati e gli omosessuali. Pratiche oggi comuni in Arabia Saudita.
Africa Express
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(L’intervista è estrapolata dai quotidiani arabi Arab News, Aleqtesadiah, AlJazirah, Albilad, Alriyadh)
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