Costantino Muscau
28 febbraio 2022
L’invasione dell’Ucraina da parte di Putin ha fatto irruzione anche nel 14° giro ciclistico del Ruanda, conclusosi domenica 27 febbraio. Grazie ad Anatoli Volodimirovich Budyak, 26 anni, corridore nato a Vinnycja, nell’Ucraina centrale, sulle rive del fiume Buh. Anatoli venerdì scorso, 25 febbraio è sfrecciato per primo, tra lacrime e angoscia, alzando un dito verso il cielo, sul traguardo di Kigali, al termine della sesta tappa di 152 km partita da Musanze.
Anatoli, della squadra malese Terenganu Polygon, non vinceva dall’11 luglio 2021, al Grand Prix Kayset in Turchia. Ma, soprattutto, un ucraino non aveva mai conquistato una tappa in Ruanda, in Africa.
Ed è successo il giorno dopo l’aggressione armata dei russi alla sua terra. Invasione, aggressione…terribili parole in uso con il loro preciso significato nei Paesi democratici, ma non per il sito ufficiale Tourdurwanda.rw, che – parola più parola meno – così riporta la notizia: “Questa prima vittoria dovrebbe regalare un piccolo sorriso all’ucraino, il cui Paese sta attraversando un momento di difficoltà a causa della crisi con la Russia”.
Alla faccia dell’understatement! Non c’è da stupirsi: nell’account ufficiale di Twitter della presidenza del Ruanda non si fa mai cenno di quello che sta avvenendo in Ucraina. Il 24 febbraio Paul Kagame, presidente del Ruanda, era in visita ufficiale in Mauritania, i giorni successivi ha incontrato dirigenti vari, un ministro dell’Angola. Ma mai che sia venuta fuori una parola sulla guerra in Corso.
Per fortuna ci ha pensato il ciclista a dire le cose come stanno. “Dedico questo mio successo a tutto il popolo ucraino – ha dichiarato a Cyclingtips.com – – mi rivolgo alle autorità e al popolo russo, per favore fermate la guerra. Non è colpa nostra se la gente soffre e muore. L’Ucraina vuole la pace. Mai avrei immaginato che dei fratelli e dei vicini ci avrebbero aggredito. Nessuno vuole la guerra in Ucraina, vogliamo vivere in pace e tranquillità, ma se siamo attaccati dobbiamo difenderci”.
Budyak è poi giunto secondo nella classifica finale generale alle spalle del vincitore del 14°Tour du Rwanda, l’eritreo NATNAEL TESFATSION, 22 anni, della squadra italiana DRONE HOPPER – ANDRONI GIOCATTOLI.
Il giovane Natnael– in Italia, a Lucca, dove vive, per tutti è Natalino – è un astro emergente del ciclismo africano: già nel 2020 aveva conquistato questa corsa, che una delle più importanti del continente africano.
L’ultima frazione, l’ottava (un circuito di 75 km intorno alla capitale Kigali) ha avuto il via nientemeno che dal presidente in persona, Paul Kagamedavanti a una folla enorme, e ha visto la prima vittoria di un ciclista ruandese in 14 anni: Mugisha Moise, 25 anni, nativo di Busogo (nord della nazione) del team sudafricano Pro Touch. E’ giunto al traguardo con due francesi della Total Energies (Sandy Dujardin e Alexandre Geniez), già vincitori di tappa in questa competizione. La coppia transalpina, con un gesto cavalleresco, ha deciso di non sfidare in volata Mugisha, ma anzi di scortarlo verso il successo per farlo diventare il primo corridore di casa a vincere una delle tappe della corsa.
Costantino Muscau
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