Speciale per Africa ExPress
Cornelia I. Toelgyes
22 febbraio 2022
Gli agenti della gendarmeria di Bangui hanno arrestato ieri sera 4 militari della missione di pace dell’ONU in Centrafrica (MINUSCA).
I quattro caschi blu sono stati bloccati all’aeroporto della capitale, mentre accompagnavano il capo di Stato maggiore di Minusca. L’auto sulla quale viaggiavano ha messo in stato di allerta i servizi di sicurezza; si tratta di un veicolo noleggiato, senza le insegne dell’ONU, immatricolato nel Paese, messo a disposizione del capo di Stato maggiore di Minsuca, in attesa di un’auto ufficiale. E ieri sera l’aeroporto era strettamente sorvegliato per l’arrivo dell’aereo presidenziale con a bordo Faustin–Archange Touadéra, di ritorno da un viaggio all’estero.
Subito dopo il fermo dei quattro militari, le loro immagini sono state condivise sui social network accompagnati da una didascalia: “Accusati di tentato omicidio del presidente centrafricano”.
L’ambasciata francese e l’ONU hanno immediatamente denunciato il fatto come un grave atto di disinformazione.
Anche MINUSCA ha espresso rammarico per l’accaduto e condanna la strumentalizzazioni sui social network.
Intanto il portavoce del governo di Bangui e la direzione generale della polizia hanno confermato il fermo dei quattro caschi blu francesi, ma entrambi non hanno voluto commentare il fatto.
Ma non è tutto. Gli esperti indipendenti della Nazioni Unite, inviati in Centrafrica per monitorare la scottante questione sui diritti umani, hanno denunciato ostruzionismo da parte dei russi presenti nel Paese e delle forze armate centrafricane.
Nel corso degli ultimi mesi, gli esperti dell’ONU non hanno potuto accedere alle aree minerarie, dove si presume siano avvenuti gravi abusi. Zone dove sono presenti i mercenari russi del Gruppo Wagner.
Alla fine di gennaio il Palazzo di Vetro ha mosso gravi accuse contro i soldati di ventura che vengono dalle repubbliche ex sovietiche e contro le forze armate centrafricane per l’uccisione di una trentina di persone nei dintorni di Bria, che dista 600 chilometri dalla capitale Bangui. Durante un’operazione congiunta tra i mercenari di Mosca e i militari, volta a stanare ribelli di Unité pour la paix en Centrafrique (UPC), gruppo armato molto attivo nel Paese, non si esclude che siano avvenuti saccheggi indiscriminati , nonché esecuzioni sommarie. Il massacro si è consumato tra il 16 e il 17 gennaio.
Allora il governo aveva risposto di non essere al corrente di tale operazione, ma una fonte militare presente sul luogo della carneficina, ha confidato ai reporter di France Presse che il numero delle vittime sarebbe ben più elevato, “non meno di 50”. Un’inchiesta aperta dall’ONU è ancora in corso.
Oggi, invece, il ministro dell’Informazione, portavoce del governo, Albert Yaloke Mokpeme, ha risposto a tono alle accuse dell’esperto dell’ONU. “MINUSCA (fortemente voluta dall’allora segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon n.d.r.) è nel Paese dal 2014, malgrado la loro presenza siamo stati attaccati e molti centrafricani sono morti durante i conflitti e ora si parla di diritti umani? Dov’erano quando siamo stati attaccati, perché non ci hanno difeso? Nessuno impedisce loro di lavorare”.
Secondo quanto riporta il giornale on-line HumAngle, proprio in questi giorni sarebbero arrivati altri mercenari russi. E’ probabile che siano stati inviati da Mosca per dare la possibilità ai colleghi che si trovano nel Paese da parecchi tempo di ritornare in patria. Sta di fatto che recentemente alcuni paramilitari del tanto discusso gruppo sono anche morti. Almeno 4 mentre altri sei sono stati ricoverati in gravi condizioni dopo aver consumato una grande quantità di birra con l’aggiunta di “sostanze chimiche nocive” contenenti una percentuale di alcool molto elevata. Altri 8, invece sono morti in un incidente stradale avvenuto il 16 febbraio 2022 nella prefettura di Nana-Mambere, nel nord-ovest della ex colonia francese.
Aggiornamento 23 febbraio 2022 ore 09.00
In seguito all’arresto dei caschi blu, la procura di Bangui ha aperto un’inchiesta. ll procuratore generale, Laurent Lengande, durante un suo intervento alla radio nazionale ha letto un breve comunicato, spiegando che i 4 militari, ancora in stato di fermo, sono di nazionalità francese, italiana, bulgara e rumena. All’interno della loro automobile sono stati trovati 3 fucili d’assalto, una mitragliatrice, alcune granate e 4 pistole. Il procuratore ha inoltre specificato che la loro macchina è sotto controllo dei servizi centrafricani già da due mesi, in quanto ha destato stupore che non venisse utilizzata una delle solite auto bianche con il logo dell’ONU in dotazione a MINUSCA.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
@cotoelgyes
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Photocredit: HumaAngle
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