Dal Nostro Corrispondente Sportivo
Costantino Muscau
19 febbraio 2022
Anche il ciclismo africano torna in pista. Con il Tour del Rwanda. Il mondo delle due ruote aveva ripreso a girare già a gennaio in Nuova Zelanda, Australia, Sud America; in febbraio in Asia e l’altro giorno in Europa.
Tra dubbi e cancellazioni, a causa del covdi-19, si temeva che una delle più importanti corse africane saltasse, invece no: “la 14a edizione – annuncia con orgoglio il sito ufficiale Tour du Rwanda.rw – si svolge secondo il programma: da domenica 20 febbraio a domenica 27 febbraio, 8 tappe per 937,1 km. E il percorso si annuncia spettacolare come ogni anno”.
Con la scalata al celebre Muro di Kigali, prevista nella settima tappa di 152,6 km sabato 26 febbraio.
Una soddisfazione doppia per gli organizzatori: la gara del Rwanda da 3 anni è passata di livello e il ciclismo ruandese vuole quindi proseguire nel suo sviluppo. Solamente la Tropicale Amissa Bongo, in Gabon, fa parte della medesima prima categoria dell’Unione Ciclistica Internazionale, la 2.1.
In secondo luogo, il Paese delle mille colline è stato selezionato a ospitare il campionato mondiale di ciclismo nel 2025 e intende continuare a mostrare di esserne degno per qualità di strutture e capacità organizzative. Non era mai successo a una nazione africana. Il Ruanda ha battuto in …volata il Marocco (Tangeri), che ambiva a vedersi attribuire la prestigiosa competizione. “Il Rwanda – ha scritto l’altro giorno Lequotidiendusport.fr – vuole affermare il ruolo di locomotiva di un’Africa dove il ciclismo continua a guadagnare terreno”. Secondo il quotidiano questo sport “gioca un ruolo essenziale nella ricostruzione del Paese dopo il genocidio dei tutsi nel 1994. Come vettore della riconciliazione, la bicicletta è divenuta popolarissima”.
Che la ricostruzione civile, come pure la democrazia in quel di Kigali siano avvenute ci sarebbe molto da discutere. E’ vero però che la passione per il pedale in Rwanda sta crescendo in modo impetuoso. “Dopo il Maghreb e l’Africa del Sud, è anche nell’ Est Africa, (Rwanda, Kenya, Eritrea, Etiopia), che si sta alzando il vento del futuro”, conclude enfaticamente Lequotidienedusport.fr!
Per l’edizione 2022 il Ruanda è presente con la formazione nazionale e con il Benediction Cycling team.
In tutto sono state selezionate 19 squadre, con 95 atleti la maggior parte provenienti dall’Africa, ma alcuni anche di categoria superiore. Per intenderci, equipe che hanno preso parte alle gare del calendario internazionale quali Giro di Francia, Giro d’Italia e di Spagna. Fra esse, World Tour Israel Start-Up Nations, gli italiani della Drone Hopper-Androni Giocatolli, gli spagnoli della Burgos-BH, i francesi di Total-Direct Energie e B&B Hotels Ktm.
Proprio i corridori di questo team sono stati protagonisti di un ammirevole atto di generosità: alla vigilia della partenza, hanno donato magliette e altro materiale sportivo a una accademia sportiva di Kigali e a una scuola di ciclismo. Lo distribuiranno ai loro giovanissimi atleti. “Non potevo tornare a mani vuote quest’anno – ha spiegato il leader della formazione Pierre Rolland, 35 anni – Alla mia prima partecipazione nel 2021 ero rimasto profondamente scosso nel vedere come la popolazione sia indigente, ma generosa. E allora abbiamo pensato di dare il nostro contributo”.
Ora la …parola passa alle gambe. Il vincitore dello scorso anno, lo spagnolo Cristian Rodriguez, è assente mentre l’ultima vittoria di un atleta locale risale al 2018, con Samuel Mugisha.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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