Sandro Pintus
Firenze, 9 febbraio 2022
Solo due settimane dopo la tempesta tropicale Ana che ha colpito pesantemente Madagascar, Mozambico e Malawi, è arrivata anche Batsirai. Questa seconda tempesta tropicale ha colpito le isole Mauritius, lasciandole senza energia elettrica per due giorni, e La Reunion. Poi è entrato con forza nel Madagascar meridionale.
Batsirai ha toccato le coste orientali della grande isola con venti a 185 Km/h spazzando via tutto ciò che ha incontrato. La città malgascia più colpita è stata Mananjary, sulla costa orientale, 500 chilometri a sud della capitale Antananarivo.
Su Mananjary si è scatenata la forza immane di un vortice di 453.000 Kmq. Un impatto che ha distrutto le povere case con tetti di lamiera ondulata e polverizzato le capanne con i tetti di paglia. Centinaia di alberi sradicati sono stati trasportati come stuzzicadenti per decine di metri. Le piogge portate del ciclone hanno allagato completamente la città costiera creando un immenso lago che si unisce alle acque dell’Oceano Indiano. Al momento in cui scriviamo si contano oltre 20 morti e, secondo l’Ufficio malgascio per la Gestione dei disastri, ci sono 55.000 sfollati.
“Il numero di morti è stato limitato grazie all’organizzazione messa in piedi dallo Stato – racconta Giorgio Maggioni, residente in Madagascar e stringer di Africa ExPress -. Il giorno precedente al ciclone le persone che abitavano in aree pericolose sono state evacuate in scuole o chiese. I problemi maggiori si sono avuti sul tratto di costa tra Mahanoro e Manakara, rispettivamente 200km a nord e 150km a sud di Mananjary. La tempesta ha distrutto tutte le capanne e scoperchiato la maggioranza delle case. La quantità di pioggia sugli altopiani ha creato inondazioni quasi ovunque. Al momento, il problema maggiore sono le strade inagibili: molti ponti sono crollati e le carreggiate sono invase dall’acqua”
Secondo il personale del Programma Alimentare Mondiale ONU (WFP-PAM) presente sul posto Mananjary è stata completamente devastata. Le case sono state spazzate via e l’accesso è possibile solo per via aerea.
Il WFP, in coordinamento con le autorità governative, ha iniziato a distribuire pasti caldi a 4.000 persone evacuate e sfollate nei rifugi. “Prima del ciclone, abbiamo immagazzinato 50 tonnellate di scorte alimentari per poter assistere rapidamente 10.000 persone, circa 2.000 famiglie, per 10 giorni” – si legge nel sito WFP USA.
Pasqualina Di Sirio, direttore nazionale WFP in Madagascar: “Le inondazioni hanno distrutto soprattutto i mezzi di sussistenza e le fonti di reddito delle famiglie colpite. Le famiglie colpite, attualmente in una situazione di totale indigenza, vedranno peggiorare le loro condizioni di vita”.
Batsirai ha preso vita il 23 gennaio, 2.000 chilometri a ovest dell’Indonesia. In due settimane, prima di arrivare sulle coste del Madagascar, ha percorso 5.500 chilometri. Dopo soli cinque giorni e 2.500 km percorsi, prima di toccare Mauritius e Reunion la sua presenza si era materializzata con 110.000 kmq. All’impatto marginale sulle piccole isole, il ciclone era diventato di 300.000 kmq per arrivare, il 6 febbraio, a oltre 450.000 kmq quando ha toccato le coste malgasce. Nel momento in cui scriviamo la tempesta si sta esaurendo a sud del Canale del Mozambico.
Sandro Pintus
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