Costantino Muscau
Nairobi, febbraio 2022
La caccia scatenata dalla polizia all’ultima delle tre scimmiette fuggitive si è conclusa dopo 12 ore. Il primate latitante, un macaco cynomolgus, o long tail, è stato trovato intirizzito su un albero in un bosco di Valley Township, un paesino della contea di Montour, in Pennsylvania.
Il fuggiasco subito dopo ha fatto la fine degli altri due, come lui provenienti da un allevamento delle Isole Mauritius: ”E’ stato soppresso ma il più umanamente possibile applicando le linee guida dell’Associazione americana dei veterinari”, ha rassicurato (evocando un certo Fracchia), il Centers for Desease Control and Prevention (CDC)”.
Ma che ci facevano tre macachi longtail in Pennsylvania? La domanda ricorda una canzone che nel tardo ‘600 (1969), cantava Gigliola Cinquetti: “Giuseppe in Pennsylvania cosa fai, ritorna al tuo paesello qui con noi, dove c’è la tua gente che ti aspetta…”
I tre macachi sarebbero ri-tornati ben volentieri al loro paesello nelle Isole dell’Oceano Indiano. Con gli altri 97 che erano stati sbarcati qualche ora prima (venerdì 21 gennaio) all’aeroporto “John F. Kennedy” di New York da un aereo della Kenya Airways.
Tutti e 100 erano stati caricati sul rimorchio di un autocarro e destinati a un laboratorio non identificato per fini scientifici. Intanto dovevano essere sottoposti a quarantena in un altro sito, in Florida.
Il diavolo però – come si dice – fa le pentole ma non i coperchi. Ed ecco che l’autocarro va a scontrarsi frontalmente con un camion dell’immondizia “sulla Route 54 presso l’Interstate 80, presso Danville”, riferisce la Polizia.
E la pentola senza coperchio rivela tutto il suo terribile contenuto. Riporta alla luce il traffico di questi macachi che avviene da anni, per fini scientifici, si dice, ma violentemente contestato dagli animalisti. Non solo con gli Stati Uniti, ma anche con l’Europa.
La British Union for the Abolition of Vivisection (Buav) denuncia da anni l’export dei primati dalle Mauritius. Nel suo sito segnala come dal 2004 al 2008 siano stati venduti 21966 macachi agli USA e 19310 verso Europa, in particolare Spagna (6559), Francia (5434), Gran Bretagna (5380),Germania (1190). (In Italia ne sarebbero giunti 120 nel 2004 e poi niente più).
Il sito non va oltre il 2008, ma il traffico deve essere ancora floridissimo, come dimostra l’incidente della Pennsylvania. La pandemia del COVID-19, oltretutto, ha aumentato gli investimenti nell’allevamento di questi animali da utilizzare nella ricerca scientifica americana. Basti dire che nell’ottobre scorso è stato pubblicato uno studio (vedere il sito del PNAS.Org) in cui si analizzano gli effetti dell’inoculazione del virus Sars-Cov-2 sui macachi cynomolgus.
A levare il coperchio a quello che si sta rivelando un vaso di Pandora è stata, in realtà, una breve notizia pubblicata il I febbraio, a pagina 2, dal quotidiano economico-finanziario di Nairobi Business daily.
Il giornale, citando il chairman della compagnia di bandiera Kenya Airways, Michael Joseph, scrive: “Kenya Airways, in seguito all’incidente americano, non trasporterà più le scimmie macaco né altri animali “wild” dalle Mauritius negli Stati Uniti per esperimenti scientifici. Il contratto che scade a febbraio non verrà rinnovato”.
Immediata la reazione della lobby americana, che difende i diritti degli animali, PETA,(People for the Ethical Treatmant of Animals). “Siamo grati alla Kenya Airways – ha dichiarato il vicepresidente, Jason Baker – per la decisione di porre fine a questo crudele e odioso business. Gli animali appartengono alla natura, non ai laboratori”.
Una consulente scientifica di PETA, Lisa Jones-Engels, però – riferisce Nbcnews – non si è accontentata: le informazioni sull’ accaduto sono carenti – ha detto – Vogliamo sapere esattamente come sono morte le tre scimmie e se sono state testate come portatrici di possibili virus.
Sulla vicenda, in effetti, si sono scatenati anche i complottisti. Una testimone dello scontro fra camion in Pennsylvania, su Facebook è arrivata a ipotizzare una sorta di complotto. A suo dire il CDC avrebbe provocato l’incidente con i tre primati per coprire la diffusione di un’arma biologica, o il ceppo di un nuovo virus.
Il sito americano “PolitiFact”, nato per contrastare le fake news, ha liquidato queste affermazioni come indimostrabili.
L’abolizione della tratta degli schiavi – il paragone non sembri irriverente – non portò immediatamente alla scomparsa della schiavitù, ma fu una potente spinta in tal senso.
Così la decisione della Kenya Airways forse non porrà fine al commercio del povero cercopitecide, ma sicuramente farà rallentare l’export dalle Mauritius. Una compravendita lucrosa per i “trafficanti” seppure – a detta di alcuni studiosi – di dubbia utilità per la scienza.
Costantino Muscau
muskost@gmail.com
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