Dubai, 26 gennaio 2022
Da quando l’intransigente presidente iraniano Ebrahim Raisi è entrato in carica lo scorso giugno, ha consolidato i legami con Cina e Russia.
Il 17 settembre Teheran è entrata a far parte dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Organizzazione di sicurezza dell’Asia centrale guidata da Mosca e Pechino).
L’organismo intergovernativo è stato fondato il 14 giugno 2001 dai capi di Stato di sei Paesi – Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan – che, fatta eccezione per l’Uzbekistan, facevano già parte dello Shanghai Five, anche noto come Gruppo di Shangai. Con l’adesione dell’Uzbekistan, il nome è stato cambiato in quello attuale.
Dal 2005 l’Iran era presente nell’organizzazione con lo status di osservatore, solo nel 2021 è stata approvata la sua adesione, fortemente sostenuta da Mosca, come membro permanente.
All’inizio di gennaio il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian si è recato in Cina mentre il presidente iraniano Raisi ha incontrato il suo omologo russo a Mosca per rafforzare i legami con Putin. Già lo scorso luglio, all’annuale parata della Giornata della Marina russa di San Pietroburgo, era presente anche una nave militare iraniana.
In qualità di osservatore, dal 2019 l’Iran ha partecipato a due esercitazioni navali congiunte con Cina e Russia. La terza è in corso in questi giorni. Nelle foto fornite venerdì 21 gennaio 2022 dall’esercito di Teheran, si vedono diverse imbarcazioni da guerra iraniane nell’Oceano Indiano insieme a flotte militari russe e cinesi.
La TV di Stato iraniana ha riferito che 11 delle sue navi sono state raggiunte da tre imbarcazioni russe, tra cui un cacciatorpediniere, e due diversi natanti della marina militare cinese. Anche la Guardia Rivoluzionaria iraniana sta partecipando all’esercitazione, denominata 2022 Marine Security Belt.
Le manovre militari coprono un’area molto estesa di circa 6.500 miglia quadrate (circa 17.000 chilometri quadrati) nel nord dell’Oceano Indiano, ed includono simulazioni di combattimenti notturni (come tiro bersagli aerei), simulazioni di salvataggio di una nave in fiamme e varie operazioni militari finalizzate alla liberazione di una nave dirottata.
E’ una tre giorni di esercitazioni tattiche ad alto livello che mira a rafforzare in mare la presenza iraniana, e, come specificato in una nota, è volta a: “rafforzare la sicurezza nella regione ampliando la cooperazione multilaterale tra i tre Paesi per sostenere congiuntamente la pace mondiale”.
Africa ExPress
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