Africa ExPress
24 gennaio 2022
In base a quanto affermano alcuni alti funzionari, il presidente del Burkina Faso, Roch Marc Christian Kabore, si trova in mano ai militari, detenuto in una base militare, dopo gli ammutinamenti scoppiati ieri in diverse caserme di Ouagadougou e in alcune città di provincia.
Durante notte scorsa a Ouagadougou, la capitale della ex colonia francese, il cielo è stato solcato da un continuo andirivieni di elicotteri e in città si sono sentiti spari, alcuni di armi pesanti .
Questa mattina diverse macchine blindate, crivellate di pallottole, erano parcheggiate davanti al palazzo presidenziale, una delle vetture era sporca di sangue. Attualmente tre veicoli blindati e soldati con passamontagna sono appostati davanti alla sede dell’emittente statale.
La rappresentanza diplomatica di Parigi accreditata a Ouagadougou, ha diramato un comunicato ai propri concittadini presenti sul territorio burkinabé, chiedendo loro di non uscire di casa e ha informato che le scuole francesi restano chiuse oggi e domani per motivi di sicurezza. Ha inoltre precisato che i voli di Air France, programmati per questa sera, sono stati cancellati.
I disordini odierni in Burkina Faso seguono quelli di Mali, Guinea e Sudan, nonché Ciad, dove il figlio del dittatore Idriss Deby, anche lui militare, ha preso in mano le redini del Paese dopo la morte del padre.
Già ieri la CEDEAO (Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale) ha rilasciato un comunicato, precisando di essere preoccupata per quanto accade nel Paese e ha lanciato un appello al dialogo tra le parti coinvolte.
I militari sono furenti con il governo, accusato di non aver trovato una soluzione ai continui attacchi terroristi che scuotono il Paese dal 2015. Finora hanno causato la morte di oltre 2.000 persone e costretto più di 1,5 milioni di lasciare le proprie abitazioni.
Il gruppo che sta guidando il tentativo di colpo di Stato ancora in atto, affermano che il governo non è riuscito a sostenere i militari durante tutti gli ultimi anni di conflitto nei confronti dei jihadisti e dei miliziani dello stato islamico.
Domenica mattina, alcune decine di soldati, con il kalashnikov in mano, sono usciti dalle loro caserme, sparando in aria, bloccando l’accesso al campo Sangoulé-Lamizana, dove è detenuto Gilbert Diendéré, ex capo di Stato maggiore dell’ex presidente Blaise Compaoré. Diendéré deve scontare una condanna di 20 anni per tentato golpe. Pesanti spari sono stati uditi anche al campo General-Baba-Sy e alla base aerea di Ouagadougou, così come in una caserma nella città di Kaya, nel Burkina Faso centro-settentrionale.
Poco fa un militare, in prima linea nella lotta contro i terroristi, ha detto: “Non ce la facciamo più, il presidente non può governare il Paese, i nostri compagni muoiono ogni giorno al fronte. Ha poi aggiunto: “Gli abbiamo dato molte possibilità, ma ora basta, chiediamo con fermezza che lasci la presidenza della nazione”.
Le notizie che giungono dal Burkina Faso sono frammentarie, come succede sempre nei casi di grande emergenza politica.
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