17 gennaio 2022
Venerdì scorso, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha condannato il sequestro di una nave degli Emirati Arabi Uniti chiedendo ai ribelli huthi dello Yemen di rilasciare immediatamente il natante e il suo equipaggio.
Nazioni Unite hanno sottolineato nella loro dichiarazione “l’importanza della libertà di navigazione nel Golfo di Aden e Mar Rosso, secondo quanto stabilito dalle leggi internazionali”.
Il sequestro della Offshore Supply Ship Rwabee (nave da carico nuova di zecca, varata nel 2021) battente bandiera degli Emirati Arabi Uniti, è avvenuto domenica 2 gennaio, mentre navigava nel Mar Rosso, di fronte al governatorato di Hodeidah. Si è trattato di un sequestro con un abbordaggio, nello stile dei pirati somali.
La coalizione guidata dall’Arabia Saudita, in una dichiarazione ufficiale, ha formalmente accusato gli huthi di aver commesso un’atto di “pirateria armata” contro una nave civile che (così sostiene la nota) “stava trasportando attrezzature mediche provenienti da un ospedale da campo” saudita smantellato a Socotra. Socotra è un’isola strategicamente assai importante al largo del Corno d’Africa.
Fonti degli huthi yemeniti hanno subito replicato: “Abbiamo sequestrato la nave UAE perchè trasportava equipaggiamento militare ed è entrata illegalmente in acque yemenite”.
Gli huthi hanno condiviso un video dal quale si evince che le apparecchiature dichiarate come attrezzature mediche, sarebbero essere in realtà tutt’altro. Gli stessi servizi iraniani – che sostengono ed armano le milizie yemenite – stanno da tempo seguendo diversi cargo della coalizione, in navigazione sulla stessa rotta della Rwabee verso Socotra. Secondo l’intelligence iraniana, i natanti trasporterebbero materiale militare.
Non è un segreto che gli Emirati Arabi Uniti si sono di fatto impossessati di Socotra, grazie a importanti investimenti finanziari e risorse, (anche militari). Infatti sull’isola – snodo chiave di cavi sottomarini del Medio Oriente sui quali viene indirizzato tutto il traffico telefonico e internet – è in progetto la costruzione di una grande base militare di Abu Dhabi e una sofisticata stazione di spionaggio, in joint venture con il Mossad, servizi segreti israeliani.
Scopo di questo gigantesco centro di sorveglianza e ascolto, sarebbe quello di raccogliere informazioni da tutta la regione, in particolare dallo stretto di Bab el-Mandeb, punto di passaggio marittimo tra il Corno d’Africa e il sud dello Yemen, fino al Golfo di Aden e al Medio Oriente. E’ evidente che i servizi emiratini puntano al monitoraggio delle operazioni dei militanti huthi nello Yemen e dei movimenti navali iraniani nella regione, fungendo anche da deterrente e mezzo di contrasto al terrorismo di matrice fondamentalista, alla pirateria marittima e ai traffici illeciti.
Controllata da milizie separatiste dello Yemen del sud, appoggiate sempre dagli onnipresenti Emirati Arabi Uniti, Socotra riveste una grande importanza strategica. Posizionata tra Africa e Asia è determinante sia per garantire libertà di circolazione nel Canale di Suez (dove transita oltre il 12 per cento del commercio mondiale) sia per contrastare la crescente influenza dell’Iran nella penisola Arabica e le mire di Teheran sugli stretti di Bab el Mandeb e di Hormuz.
Africa ExPress
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