Maria Silva
15 gennaio 2022
Anche l’Italia ha finalmente revocato le restrizioni ai viaggi imposti a 8 Paesi africani per la variante Omicron.
Il provvedimento, firmato il 14 gennaio dal ministro Roberto Speranza, è stato accolto con molta allegria dai cittadini italiani residenti in Sudafrica, Botswana, Zimbabwe, Namibia, Lesotho, eSwatini, Mozambico e Malawi.
“Finalmente è stata ritirata una misura che, ormai da settimane, non si sosteneva su alcun fondamento scientifico, oltre ad avere elementi discriminatori, sia per i cittadini dei paesi africani, che per i cittadini AIRE ivi residenti”, ha commentato Simone Santi, presidente della Camera di Commercio Italiana ed Europea in Mozambico.
Rimangono restrizioni come la quarantena di 10 giorni (in quanto zona E) ma finalmente viene ripristinata la possibilità di rientrare in Italia, sia per italiani e che per i cittadini degli 8 Paesi africani a cui era stato applicato il travel ban, e di trascorrere 120 ore senza quarantena nel territorio nazionale, che consente di svolgere attività essenziali.
“Questo ci fa ben sperare per le prossime decisioni, che terranno in considerazione anche gli impatti diplomatici, economici e sociali, oltre che i rapporti di amicizia che legano l’Italia con i Paesi africani, elementi e valori che noi siamo a rappresentare e difendere quotidianamente– continua Santi. – Dopo aver gettato questo muro, cerchiamo di riaprire i ponti.”
Appelli e petizioni (firmate da oltre 300 cittadini AIRE in Africa Australe) sono stati inviati al ministro Roberto Speranza e a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, chiedendo la revoca del travel ban considerato vano e inutile dal punto di vista scientifico e un vero e proprio apartheid dal punto di vista delle relazioni, come abbiamo scritto in questo giornale.
Finalmente da oggi, Erla, cittadina mozambicana con due figli a Milano, potrà tornare a casa in Italia, Annamaria, potrà raggiungere suo marito, manager che vive a Maputo, Vittorio, che ha chiuso un cantiere, potrà tornare nella sua casa di campagna a riposarsi, e Elisa, che non vede i suoi genitori da tre anni, potrà riabbracciarli.
“Ci rallegriamo dell’Ordinanza, ma la distinzione tra AIRE e non AIRE , tra cittadini italiani all’estero di serie A e di serie B, ha creato un precedente che non deve essere dimenticato – commenta Santi. – Continueremo a cercare interlocutori attenti al problema e di fondamentare una nostra posizione, affinché si metta ordine in questa spinosa questione”.
Maria Silva
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