Africa-ExPress
14 gennaio 2022
Mentre gli occhi del mondo sono puntati sulle 164 nuove centrifughe IR-6 nell’impianto iraniano di arricchimento dell’uranio di Natanz e del sito di Fordow (un’insediamento nucleare di ricerca e svilluppo sotterraneo più o meno segreto a circa 90 chilometri a sud-ovest di Teheran), si catapulta nella mischia – ossia nel business atomico – pure l’Arabia Saudita.
C’è anche questo nella Vision2030 del Principe Mohammed Bin Salman, lo sviluppo dei suoi grandi giacimenti di uranio al fine di sostenere il suo nascente programma nucleare e mercanteggiare il prezioso prodotto sui mercati mondiali.
Pare che l’uranio – uno degli elementi più permalosi di tutta la tavola periodica – renda più degli idrocarburi. Si è parlato di questo e altro al Future Minerals Forum in corso in questi giorni a Riyad. Ma attenzione, ha precisato il ministro dell’Energia saudita, il Principe Abdulaziz bin Salman: “Nel nostro Paese abbiamo un’enorme quantità di risorse di uranio che vorremmo sfruttare, ma state tranquilli, noi lo faremo nel modo più trasparente possibile”.
L’ha detto seriamente, pareva sincero. C’è da credergli? Stime ufficiali sulle riserve di uranio saudite non sono disponibili. Però nel 2018, il principe ereditario Mohammed bin Salman in un’intervista affermò che il regno deteneva oltre il 5 per cento delle riserve mondiali.
Nel 2020 il quotidiano inglese The Guardian, basandosi su un dossier riservato, pubblicò un reportage stimando i depositi sauditi in circa 90.000 tonnellate, che equivarrebbero – più o meno – a circa l’1,4 per cento delle attuali riserve globali di uranio. Quindi ricapitolando, c’è un Programma Nucleare iraniano e un Programma Missilistico dell’ Arabia Saudita (con l’aiuto della Cina MBS sta producendo in proprio centinaia di missili balistici) e ora anche il programma per l’estrazione dell’Uranio Saudita; visto che il Regno dispone di tanta materia prima la Cina darà una mano per sviluppare i reattori/tecnologie nucleari.
Questo programma sarà incrementato fino alla Torta gialla (Yellow Cake) come ha dichiarato il Ministro saudita dell’energia. La Torta gialla è un termine che si riferisce alla polvere concentrata di uranio ottenuta dalla lavorazione intermedia del minerale radioattivo.
È un passaggio fondamentale nell’arricchimento dell’uranio utilizzato per la fissione nucleare nei reattori e che ha impieghi sia per uso civile che nell’ambito militare (ma mai nessuno, è chiaro?, l’utilizzerà per quest’ultima ignobile finalità potete starne certi). Se debitamente ammansito l’uranio può essere usato per scopi cosiddetti pacifici, come la produzione di energia elettrica.
E’ un elemento che viene definito anche “il ferro dell’apocalisse”, perché se utilizzato per la costruzione di armi nucleari (v. la bomba atomica), offre un’enorme potenziale nel controllo delle nascite e può essere intelligentemente sfruttato per limitare il problema della sovrapopolazione mondiale…
N.B. Attenzione: a scanso di equivoci l’ultimo capoverso è ironico e paradossale!
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