Luciano Bertozzi
8 Gennaio 2022
In Nigeria il diritto all’istruzione è messo in pericolo dai rapimenti degli studenti, operato dai gruppi armati.
Lo afferma Amnesty International in un recente comunicato. Nel Paese, infatti, oltre 780 bambini sono stati rapiti l’anno scorso per ottenere un riscatto e in questo clima di notevole insicurezza molte scuole sono state chiuse a tempo indeterminato.
“I bambini negli orfanotrofi, nelle scuole e nei luoghi di culto vengono spesso rapiti e tenuti prigionieri per settimane, a volte mesi – rende noto la citata associazione per i diritti umani – a seconda di quando o se le richieste dei loro rapitori vengono soddisfatte. Anche i bambini che viaggiano negli scuolabus o che vanno a piedi verso gli istituti subiscono a volte un’imboscata e vengono sequestrati”.
Addirittura, in qualche caso “i genitori – afferma il direttore di Amnesty Nigeria, Osai Ojigho – o le autorità scolastiche sono obbligati a fornire cibo e vestiti ai bambini durante la prigionia”. I responsabili? Per lo più Boko Haram, ma non solo. In Nigeria sono venuti sorti diversi gruppi spesso semplicemente criminali senza obbiettivi politici.
La situazione è grave e molti giovani non frequentano più i corsi, non solo per paura, ma anche per i traumi derivanti dall’aver assistito agli attacchi dei miliziani, che trattano i ragazzi in maniera disumana. Molti scolari sono stati rilasciati dopo negoziati, ma più di 61 bambini sono ancora prigionieri da mesi. Tra loro almeno 56 alunni del Federal Government College, Birnin Yauri, nello stato di Kebbi.
Alcuni bambini, sempre secondo le denunce di Amnesty, sono stati uccisi durante i rapimenti o durante la loro detenzione. Non c’è da stupirsi sull’assoluto disprezzo per il diritto alla vita dimostrato dai responsabili di simili atrocità. Ad esempio tra le 66 persone ancora in cattività dopo il loro rapimento, avvenuto il 31 ottobre 2021 nella chiesa battista Emmanuel, Chikun LGA, nello stato di Kaduna c’era anche un neonato!
I numerosi rapimenti di massa di studenti hanno ampliato i ranghi dei miliziani, in questo modo centinaia di piccoli innocenti sono stati costretti a unirsi a Boko Haram e le ragazzine a “sposarsi” con i miliziani. Va sottolineato anche il notevole impatto economico dei riscatti: secondo SB Morgan, una società di consulenza nigeriana, dal marzo 2011 al maggio 2020, è stato superiore a 15 milioni di euro.
Tutti questi soldi serviranno per aumentare le sofferenze di tanti innocenti. Per i gruppi armati i rapimenti sono un grande affare, sfruttando la disponibilità del governo nigeriano a pagare e a subire la pressione dell’opinione pubblica e dei media internazionali. Non a caso i criminali sequestrano gruppi numerosi di studenti appartenenti a famiglie povere o modeste. Ciò ha comportato la diminuzione della richiesta per la liberazione: meno di mille euro a testa, ma al tempo stesso anche una riduzione del valore delle loro vite.
Anche il Segretario Generale dell’ONU nel rapporto Children and armed conflict del maggio scorso, si è detto profondamente preoccupato per queste gravi violazioni dei diritti umani compiute da Boko haram e dall’Islamic State West Africa Province (ISWAP) e da altri gruppi minori, accusati di stupri e uccisioni di minori e di arruolare i bambini come soldati.
Di fronte a questa tragica situazione il governo nigeriano dovrebbe adempiere ai suoi precisi obblighi. Secondo le convenzioni internazionali, i bambini e gli istituti scolastici devono essere protetti. E’ proibiti attaccare le strutture per ‘infanzia. . “La Nigeria sta ancora una volta abbandonando i bambini in modo orribile – denuncia Amnesty -. Il suo governo deve indagare su questi attacchi perché si tratta di crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. E’ un preciso obbligo giuridico internazionale: in seguito della ratifica della Carta africana sui diritti e il benessere dell’infanzia dell’Unione Africana e della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, le autorità del Paese devono adottare misure adeguate per prevenire questi rapimenti e garantire il diritto all’istruzione.
Purtroppo non è così ed anche il presidente Muhammadu Buhari si è lamentato dell’atteggiamento troppo passivo dei governatori locali nel cedere alle richieste dei gruppi criminali, ma nonostante la sua esortazione la situazione non è cambiata. Di fronte al concreto pericolo di rapimenti le autorità hanno chiuso seicento scuole con il risultato che migliaia di ragazzi sono stati esclusi dall’istruzione, compromettendo il loro futuro che sarebbe stato diverso se avessero potuto completare gli studi.
Luciano Bertozzi
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