22 dicembre 2021
Il 21 dicembre lo Stato maggiore francese ha annunciato di aver scovato e ucciso uno dei presunti autori del brutale assassinio di 6 operatori umanitari francesi e di due cittadini nigerini, nella regione delle tre frontiere (Mali, Niger, Burkina Faso). La zona è una vasta area dai contorni vaghi che concentra tutti i mali del Sahel, dalle attività jihadiste alla desertificazione, ai vecchi conflitti per la terra, al fallimento dello Stato e all’afflusso di sfollati.
Il massacro, poi rivendicato dal gruppo terrorista Stato Islamico nel Grande Sahara – branca dell’ISIS particolarmente attiva e in forte espansione in questa zona del Sahel – è avvenuto nell’agosto del 2020, nella riserva delle giraffe di Kouré, che dista solamente una sessantina di chilometri da Niamey, la capitale del Niger.
Secondo quanto riportato da Parigi, i militari francesi di Barkhane, hanno condotto l’operazione in stretta collaborazione con le forze armare nigerine. Soumana Boura, uno dei capi di Stato Islamico nel Grande Sahara, una volta identificato in una roccaforte del raggruppamento terrorista, a nord della città di Tillabéri, è stato poi neutralizzato grazie a un attacco aereo della forza anti-terrorismo Barkhane. Un commando speciale è stato poi portato con l’elicottero sul luogo per identificare il corpo e per perlustrare tutta la zona.
Soumana Boura era a capo di alcune decine di miliziani del gruppo terrorista, attivi nella zona di Gober Gourou e Firo, nell’ovest del Niger. Il terrorista faceva parte del commando da Abou Walid Sahraoui – ucciso dagli uomini di Barkhane nell’agosto 2020, come ha riportato anche Africa ExPress.
Ed è dietro ordine di Sahraoui che Boura e i suoi uomini hanno ucciso a sangue freddo i 6 operatori umanitari della ONG francese ACTED e due persone di nazionalità nigerina (l’autista e la guida del parco). Le forze armate francesi hanno specificato che Boura aveva persino filmato l’esecuzione delle 8 vittime.
La Francia sta riducendo la presenza dei suoi militari dell’Opération Barkhane in tutto il Sahel. Nel nord del Mali Parigi ha lasciato tutte le sue basi, come preannunciato da Emmanuel Macron, presidente francese, il 10 giugno, poi confermato durante il G5 Sahel a luglio dell’anno in corso: “Ci avviciniamo alla fine dell’operazione Barkhane, una missione di sostegno, supporto e cooperazione agli eserciti dei Paesi della regione”, aveva precisato in tale occasione.
Africa ExPress
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