Cornelia I. Toelgyes
19 dicembre 2021
In questi giorni si è tenuto a Istanbul il terzo vertice Africa–Turchia, presieduto dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, sempre più interessato di espandere la sua influenza nel mondo.
All’incontro, che si è svolto dal 17 al 18 del mese corrente, erano presenti, oltre al presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki, una decina di capi di Stato africani, tra questi Paul Kagame (Ruanda), Macky Sall (Senegal) e Muhammadu Buhari (Nigeria) e uno stuolo di ministri, in rappresentanza di 40 Paesi del continente.
Secondo il capo della diplomazia turca, Mevlut Cavusoglu, all’incontro di Istanbul hanno partecipato 16 capi di Stato e 102 ministri.
Durante questo importante meeting, Erdogan ha promesso di inviare 15 milioni di dosi anti-covid in Africa, sempre a corto di vaccini, malgrado la comparsa della nuova variante omicron, scoperta poche settimane fa in Sudafrica.
Alla fine dei lavori, è stato firmato un memorandum d’intesa per il periodo 2022-2026. Secondo il documento, è prevista una maggiore collaborazione in cinque aree principali: oltre al commercio e agli investimenti, pace, sicurezza e governance; istruzione, gioventù e ruolo della donna; infrastrutture e sviluppo agricolo; promozione di sistemi sanitari resistenti anche ai cambiamenti climatici.
In materia di difesa, la Turchia possiede già una base militare in Somalia, inaugurata nel 2017 e costruita su 4 chilometri quadrati per un costo complessivo che ha superato i 50 milioni di dollari; è ubicata vicino al mare e non lontana dall’aeroporto.
Il padrone di casa ha annunciato l’apertura in Africa di nuove rappresentanze diplomatiche. Attualmente la Turchia è presente con 43 ambasciate e 33 uffici commerciali.
Negli ultimi vent’anni il volume commerciale tra la Turchia e l’Africa è passato da 5,4 miliardi di dollari a 25,3 miliardi nel 2020. E nei primi 11 mesi del 2021 è cresciuto ulteriormente, superando i 30 miliardi.
Ma ora Erdogan punta sulla vendita dei droni, i Bayraktar TB2 (droni tattici MALE), progettati e realizzati dalla Baykar di Istanbul, azienda privata in mano alla potente famiglia Bayraktar il cui presidente del consiglio d’amministrazione è Selçuk Bayraktar, genero del presidente Erdogan in quanto ha sposato la figlia Sümeyye.
Il Marocco e la Tunisia hanno già acquistato i primi droni da combattimento, che sono stati consegnati qualche mese fa. Ora anche l’Angola è interessata a questi mezzi aerei senza pilota.
La Turchia ha siglato anche un importante contratto con l’Etiopia, dove da oltre un anno è in corso un sanguinoso conflitto interno, che si sta espandendo a macchia d’olio in diverse regioni del Paese. E proprio venerdì, a margine della conferenza, Erdogan ha avuto un colloquio privato con il primo ministro etiopico, Abiy Ahmed.
Il prossimo vertice è previsto per il 2024, che, secondo indiscrezioni, dovrebbe tenersi in un Paese africano.
Cornelia I. Toelgyes
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