Militari ruandesi a Cabo Delgado
Sandro Pintus
Firenze, 4 dicembre 2021
“La guerra a Cabo Delgado è ora indicata come ‘conflitto di Cabo Delgado e Niassa’ “. È la reale – e triste – constatazione di ACLED, ong che analizza i conflitti del pianeta. Il teatro di guerra, ora si è spostato anche nella grande provincia del Niassa, che ad ovest confina con quella di Cabo Delgado.
Dopo l’intervento dei militari ruandesi che, con Forze armate mozambicane (FADM), hanno liberato le aree di Palma e Mocimboa da Praia, la situazione è migliorata. Nelle due cittadine a nord di Cabo Delgado gli sfollati stanno tornando alle proprie abitazioni. Gli impianti di gas naturale (LNG-GNL) di Total nella penisola di Afungi, sono sgombri da attacchi terroristici ma i lavori sono sempre fermi.
Le operazioni dei militari del Ruanda e delle truppe della Comunità per lo sviluppo dell’Africa meridionale (SADC), secondo il presidente mozambicano, Filipe Nyusi sono state un successo. Lo scorso 4 ottobre, 29° anniversario della Riconciliazione nazionale aveva decretato la “Vittoria contro i terroristi”. Forse troppo presto perché ora la provincia del Niassa è diventata il nuovo territorio dei jihadisti. Il sito Cabo Ligado ha registrato attacchi di gruppi di terroristi alla frontiera con la Tanzania.
Tra il 25 e il 27 novembre, in Niassa, ci sono stati degli assalti nel distretto di Mecula, vicino al confine tanzaniano. È successo a circa 250 km in linea d’aria a ovest da Mocimboa da Praia, ex quartier generale jihadista. Il 25 novembre uomini armati hanno attaccato un veicolo che trasportava gli stipendi dei dipendenti del Parco nazionale del Niassa. Sono stati uccisi quattro poliziotti della scorta al furgone e il mezzo è stato incendiato.
Il 27 novembre, gli insorti hanno attaccato un posto di polizia del villaggio di Naulala, (distretto di Mecula) con uno scontro a fuoco. Poi hanno saccheggiato i farmaci di un centro sanitario e bruciato le case di due capi villaggio. Questo attacco è stato rivendicato dallo Stato islamico che ha affermato di aver ucciso due soldati mozambicani impossessandosi delle loro armi.
I civili di Naulala sono fuggiti e sono stati accolti dall’amministrazione del distretto e sistemati in una scuola. Notícias, giornale mozambicano filogovernativo, ha scritto che un centinaio di giovani sono stati rapiti nell’attacco ma non ci sono fonti che lo confermano. Nemmeno l’ISIS ne parla nella sua rivendicazione.
Il 25 novembre a Pretoria, Sudafrica, si è tenuta una riunione per discutere il lavoro della missione SAMIM, l’intervento militare dei Paesi SADC in Mozambico. La missione militare, iniziata lo scorso 15 giugno, dovrebbe essere estesa per tre mesi. Fino ad oggi il contingente SADC conta circa 2.800 militari. Il Sudafrica, che ha il contingente più numeroso con 1.500 soldati, ha intenzione di aumentarne il numero. Invece il Ruanda, Paese non SADC, attraverso un accordo bilaterale Kigali-Maputo, dal maggio scorso ha sul campo mille soldati. Senza fine mandato.
Sandro Pintus
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