Costantino Muscau
27 novembre 2021
Partono al buio che trascolora nell’alba luminosa, corrono al caldo appena attenuato. E vincono sempre loro, i kenyani. Alla Abu Dhabi National Oil Company Marathon (ADNOC) non c’è posto per nessuno.
Nel 2018, alla prima edizione, l’ambito primo posto se lo aggiudicò Marius Kipserem, ora 33 anni. Nel 2019, fu la volta di Reuben Kiprop Kipiego, 25 anni. Nel 2020 vinse il Covid-19 e la corsa venne cancellata.
La notte tra giovedì 25 e venerdì 26 novembre 2021, alla terza edizione, sulla spettacolare, iconica Corniche di Abu Dhabi è sfrecciato per primo il super favorito: Titus Ekiru, 29 anni.
Un successo prestigioso per il maratoneta più veloce del 2021, tornato in pista per la prima volta dopo il record stabilito a Milano il 16 maggio scorso in 2h02’57”. Questa terza manifestazione dei 42,195 metri, quest’anno, infatti, precede le celebrazioni da mille e una notte organizzate per i 50 anni della capitale degli Emirati Arabi Uniti e dell’omonimo emirato, dagli sbalorditivi (e allucinanti) grattacieli.
Da Titus, per la verità, ci si aspettava una prestazione eccezionale: ad esempio battere il primato del percorso (2h04’40”). Si è invece dovuto accontentare di 2h06’13” e quindi dei soli 50 mila dollari che vanno al vincitore, rinunciando al bonus di 30 mila aggiuntivi nel caso in cui si superasse il limite della corsa.
L’unica differenza rispetto al 2018 è stata che allora, fra le donne, dominò l’etiope Ababel Yeshaneh Brihane, 30 anni.
Stavolta anche in campo femminile (come nel 2019, con Vivian Kiplagat) a dominare è tornata una keniana, Judit Jeptum Korir, 26 anni, già vincitrice delle maratone di Belgrado, Venezia e Izmir. Anche per lei 50 mila dollari, ma, pure per lei, niente premio di 30 mila. E’ coperto la distanza in 2h 22’30” mentre il tempo da battere era di 2h21’01”.
A parte la doppietta nei primi posti, lo strapotere del Kenya risalta se si osserva l’ordine d’arrivo. Fra gli uomini, nei primi 8, solo il secondo – Alphonce Felix Simbu, 29 anni, – di Singida, città del centro Tanzania, non è targato Nairobi. Simbu, un corridore di valore ingiustamente sottovalutato, è stato uno dei tre atleti a rappresentare il suo Paese, di cui è l’alfiere, ai Giochi di Tokio. Nella sua giovane carriera è stato quinto alle Olimpiadi di Rio nel 2016, settimo a Tokio, terzo ai Mondiali del 2017
Il terzo è Kipiego, il trionfatore a sorpresa nel 2019. Seguono Abel Kirui, 39 anni, due volte campione del mondo, argento olimpico nel 2012 a Londra; Felix Kimutai, Philemon Rono Cherop, Cyrus Kipkemboi Mutai e Julius Tiwei. Tutti colorati di nero, rosso e verde!
Fra le donne, alle spalle della Korir, si è classificata Eunice Chebichii Chumba, 28 anni, registrata – su sollecitazione paterna – da 7 anni nel Bahrain, di cui è divenuta portabandiera, ma è nata – guarda caso – nella contea di Uasin Gishu nella Rift Valley, terra generatrice di top runner.
Chumba è al 13 posto nel ranking mondiale della mezza maratona, è giunta settima alla maratona delle ultime olimpiadi, a Tokio, e il 16 maggio terza nella competizione di Milano. Ad Abu Dhabi, però, non riesce a sfondare: anche nel 2018 si era classificata seconda dietro l’etiope Brihane.
La corsa di Abu Dhabi, come sempre, si è disputata nella notte italiana, con partenza alle 2,45, (5,45 locali) per evitare le ore più calde, anche se in realtà la temperatura è stata ugualmente elevata.
I 919 corridori elite giunti al traguardo, ma anche quelli delle altre 4 categorie (12 mila in tutto) hanno sfiorato i luoghi e i simboli che hanno reso popolare Abu Dhabi (Emirates Heritage Village, Qasr Al Hosn..) per fermarsi alla Corniche.
Le condizioni climatiche e il ritiro prima del 15° km delle tre lepri, o detto più elegantemente, pacemaker, hanno impedito al dominatore Ekiru di segnare un tempo più prestigioso e ambito. “Non ho ottenuto il crono che volevo ma sono molto soddisfatto del risultato – ha infatti commentato Titus – È stata una buona gara e sono molto felice di questa vittoria. Il percorso era piatto e veloce come ci aspettavamo e il tempo è rimasto bello per tutta la gara. La vittoria era la cosa più importante. Questo era il piano quando ho discusso la strategia di gara con il mio manager (l’italiano Federico Rosa, ndr). Sono grato agli organizzatori per avermi invitato a un evento così straordinaria. Spero di tornare l’anno prossimo e poi vedremo se potrò fare meglio”.
Ugualmente soddisfatta la prima donna, Korir, anche se pure lei ha sofferto il caldo: “Ringrazio Abu Dhabi per avermi offerto la possibilità di una esperienza indimenticabile. Il percorso si è rivelato impegnativo per il caldo, eppure sono orgogliosa per aver stabilito il nuovo limite personale”.
Costantino Muscau
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