Cornelia I. Toelgyes
26 novembre 2021
“Il ruolo positivo del maschio” è una nuova campagna lanciata dall’Unione Africana in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si è svolta ieri, 25 novembre 2021.
Ieri si è tenuto a Kinshasa il primo vertice sulla violenza di genere. Al meeting hanno partecipato, oltre al padrone di casa, Félix Tshisekedi, capo di Stato della Repubblica Democratica del Congo, nonché presidente di turno dell’UA e autore dell’iniziativa, i suoi omologhi Macky Sall (Senegal), Paul Kagame (Ruanda), Faure Gnassingbé (Togo), Nana Akufo-Addo (Ghana) e Denis Sassou Nguesso (Repubblica del Congo). Alla conferenza ha partecipato anche Ellen Johnson Sirleaf, ex presidente della Liberia.
In una dichiarazione congiunta di 10 punti, i 6 leader africani hanno promesso di volersi adoperare affinché vengano messe in essere le politiche e le misure necessarie volte combattere la violenza sulle donne. “Innanzi tutto i governi devono cancellare ogni forma di impunità e tolleranza zero contro chi commette questi crimini sia durante che dopo i conflitti”, hanno espressamente sottolineato.
Per violenze contro le donne s’intendono non solo stupri in zone di conflitto, ma anche matrimoni, gravidanze precoci, mutilazioni genitali, accesso limitato alla terra.
Il presidente del Congo-K chiede con fermezza un maggiore rispetto per i diritti fondamentali della donna. Tutti i sei capi di Stato hanno inoltre dichiarato voler puntare sul fatto che l’UA adotti una convenzione volta a rappresentare la base di una normativa per porre fine ai crimini contro le donne in Africa.
Per portare avanti la loro campagna, i 6 presidenti africani chiederanno la collaborazione dei giovani, i capi tradizionali e religiosi, la società civile, il settore privato e naturalmente di tutti leader africani.
Un appello particolare va comunque agli uomini adulti, “Devono rappresentare un modello per i futuri leader maschi”, hanno specificato i leader africani presenti al meeting. Mentre l’ex presidente liberiana è stata chiamata al vertice per riportare il messaggio alle leadership femminili in tutti gli ambiti, politiche, sociali, culturali e economici e chiedere una loro partecipazione attiva nella campagna.
Il vertice per lanciare la nuova campagna non si è svolto certamente a caso nel Congo-K, dove la violenza sulle donne ha raggiunto percentuali esorbitanti. Ne è testimone il medico congolese Denis Mukwege, Premio Nobel per la Pace 2019. E’ stato insignito della prestigiosa onorificenza per la sua attività come medico-ginecologo nell’ospedale di Panzi, da lui fondato nel 1998. La clinica si trova a Bukavu, capoluogo della provincia del Sud-Kivu, dove ogni anno vengono curate migliaia di donne, vittime di violenze sessuali.
E che dire degli abusi perpetrati persino da operatori sanitari dell’Organizzazione mondiale della Sanità? Spesso le donne che hanno subito violenze, stupri, non denunciano per timore di rappresaglie. Ma ieri è andata diversamente. Un folto numero di signore provenienti da Uvira, Fizi e Mwenga, nel Sud-Kivu, è arrivata aKinshasa per chiedere giustizia.
La campagna contro la differenza di genere è stata lanciata ieri e terminerà fra due settimane, il 10 dicembre, giornata internazionale dei Diritti umani. A livello mondiale la maratona prende il via con lo slogan “Colora il mondo di arancione: mettere fine subito alle violenze sulle donne”, mentre in Congo-K il tema della campagna è: “Mi alzo e agisco oggi contro la violenza sulle donne, le giovani e le ragazze”.
Cornelia I. Toelgyes
corneliacit@hotmail.it
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