Costantino Muscau
15 novembre 2021
Il presidente della Federazione Calcistica (FKF) Nicholas “Nick” Mwendwa, 42 anni, è finito in carcere per sottrazione di fondi pubblici. Ieri è stato comunque liberato.
I campionati e i tornei nazionali maschili e femminili della massima serie sono stati sospesi per due settimane a partire dal 12 novembre.
Il governo ha commissariato per 6 mesi il management dello sport più popolare e (pare) più corrotto del Paese
L’arresto di Nick è stata la più recente puntata – non è detto che sia l’ultima – della crisi drammatica che sta vivendo questo passatempo nazionale. L’ennesima scossa di un terremoto che sta segnando, rabbia, sconforto e disaffezione tra i tifosi.
E pensare che appena 1 anno fa, era il dicembre 2020, Nick Mwendwa, imprenditore tecnologico di successo, dichiarava: “Il calcio è per la vita. I kenyani si preparino a essere sotto la mia leadership per almeno due mandati. Quando fai una scelta, morirai con essa e per essa”.
Nick, con la sua faccia paffuta, rotonda, dall’espressione che emanava sicurezza, pensava di essere un samurai imbattibile.
Nell’Arena del Safaricom Stadium Kasarani della capitale, era stato appena rieletto per la seconda volta presidente della Federazione Calcio Kenya (FKF), l’organismo che governa il mondo del pallone a Nairobi. Nel febbraio di 4 anni prima era riuscito a detronizzare Sam Nyamweya, uomo d’affari e fondatore dell’ente calcistico, accusato a sua volta di appropriazione indebita.
Nick era il nuovo che avanzava. Era il portatore di vigore e carisma freschi. Era conosciuto per aver creato, diretto, lanciato fino alla massima seria, il Kariobangi sharks football club in uno dei più malfamati slum della capitale, Kariobangi, appunto. Qui i ragazzi, nel cortile della chiesa giocavano scalzi con palle di stracci e plastica, sperando di sfuggire alla miseria più profonda e al crimine dilagante. Nick, che abitava vicino alla chiesa, dette fondo ai suoi risparmi, comprò palloni veri e scarpe, si trasformò in manager e allenatore e presidente e si lancio nella politica calcistica. Dalle stalle alle stelle. E ora dalle stelle nel fango. “Ascesa e caduta di Nick”, ha titolato il quotidiano The Star.
L’altro giorno Nick Mwendwa è stato arrestato. Venerdì 12 novembre agenti della Directorate of Criminal Investigations (DCI), al termine di indagini condotte anche dalla National Intelligence Service (NIS) e dalla Ethics and Anti-Corruption Commission (EACC), lo hanno prelevato da un albergo di Nairobi e portato alla Gigiri police station (uno dei quartieri più prestigiosi della città, ospita anche la sede dell’Onu).
E’ indagato per sottrazione di fondi al governo e ad altri sponsor. O – per essere più corretti – per la mancata rendicontazione dei soldi avuto dallo Stato e dai privati.
Il 14 ottobre, il ministro dello Sport, Amina Mohamed (60 anni, di origine somala), aveva annunciato il commissariamento della FKF e la nomina di un comitato ad interim di 11 persone (http://sportsheritage.go.ke/the-preliminary-findings-of-the-football-kenya-federation-inspection-report) guidato da Aaron Gitonga Ringera, 71 anni, ex giudice. Del comitato, che dovrà gestire la Federazione per 6 mesi, fanno parte, fra l’altro, due revisori dei conti statali, due privati e rappresentanti del ministero
Questa decisione ha suscitato la reazione piccata della Fifa (la Federazione internazionale), che ha considerato indebita l’interferenza dello Stato nel settore calcistico. Anche la Federazione del Kenya ha cercato, a metà ottobre, di opporsi all’inchiesta facendo ricorso in tribunale, ma è stata sconfitta.
Nick era sotto assedio da tempo, come ha scritto il sito Fan view. Il primo ad accendere un faro sul bilancio 2019 della Federazione del Kenya era stato Nancy Gathungu, responsabile (Auditor-General) della locale Corte dei Conti.
A sua volta il Dipartimento dello Stato per gli Sport aveva aperto un’inchiesta sul “vasto deterioramento del management calcistico in Kenya”.
In particolare: l’uso da parte della Federazione calcistica di 244.587.705 scellini– quasi 2 milioni di euro) per le partite di qualificazione della nazionale (gli Harambee Stars) alla Coppa africana delle nazioni (AFCON) del 2019 svoltasi in Egitto.
Il segretario generale del ministero Joe Okudo ha precisato che si deve accertare come il presidente Nick Mwendwa si sia appropriato, tra aprile e novembre 2019, di 11 milioni di scellini (circa 80 mila euro) dei 244,6 concessi dallo stato per la preparazione alla Coppa, senza le dovute autorizzazioni.
Non solo: nel mirino degli inquirenti sono anche 57 milioni di scellini (445 mila euro) spesi in Spagna e Francia in diarie e bonus a favore dei giocatori e accompagnatori della nazionale durante la preparazione alla Coppa d’Africa.
Altri 8 milioni di scellini (quasi 63 mila euro) sarebbero finiti sul suo conto tra marzo e aprile di quest’anno. Per non parlare di altri milioni e milioni di scellini non rendicontati – secondo l’accusa – anche negli anni precedenti. Insomma un fiume di danaro che ora sarà scrupolosamente passato al vaglio. Mwendwa – abbondantemente svillaneggiato sui social – ha, comunque, negato qualsiasi malversazione e ha assicurato che dimostrerà la sua innocenza.
Nel frattempo, il 12 novembre, il comitato ha sospeso per 2 settimane le partite dei massimi tornei (Premier League – National Super League – Division One – Women’s Premier League -Women’s Division 1 League).
In tutta questa baraonda non manca un aspetto quasi inverosimile.
Martedì notte 9 novembre, il presidente Nick Mwendwa, parlando allo Sheraton Hotel di Nairobi si è lamentato per – a suo dire – il ritardo con cui il governo finanziava la nazionale in vista degli impegni internazionali.
Mwendwa ha tenuto il suo discorso davanti agli Harambee Stars (appunto i giocatori della nazionale) invitati alla cena di gala (sponsorizzata) prima della sfida contro l’Uganda, a Kampala (finita in parità 1-1). Nick nello specifico accusava il governo di non aver pagato il biglietto aereo dell’attaccante Michael Olunga, 27 anni, che gioca nell’Al Duhai Sports Club del Qatar. Michael Olunga, capitano, ha poi segnato il gol del momentaneo vantaggio del Kenya a Kampala.
E poteva ben aspettarli, quei soldi, il boss della Federazione calcistica del Kenya. Non sapeva che cosa stesse per piombargli addosso. Tre giorni dopo si sono presentati gli agenti della polizia criminale. E lo hanno portato in carcere.
Costantino Muscau
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