Speciale per Africa ExPress
Antonio Mazzeo
12 novembre 2021
Stati Uniti d’America, Francia e Gran Bretagna proiettano la loro potenza nucleare nel Corno d’Africa. Giovedì 11 novembre i bombardieri strategici e i nuovi caccia multiruolo F-35 Lightning II in dotazione alle aeronautiche dei tre Paesi NATO hanno svolto un’esercitazione militare nei cieli di Gibuti, il piccolo stato-enclave tra Eritrea, Etiopia e Somalia con un ruolo chiave nel controllo del corridoio geostrategico tra il Mar Rosso e il Golfo di Aden.
“Un paio di bombardieri B-1 Lancers del 9th Expeditionary Bomb Squadron di US Air Force, di stanza nella base aerea di Dyess, Texas, affiancati da sei caccia, hanno sorvolato a bassa quota la base di Camp Lemonnier a Gibuti”, riporta la nota emessa da USAfricom, il Comando delle forze armate USA destinate a operare nel continente africano con base a Stoccarda (Germania). Camp Lemonnier è l’unica base permanente dei reparti statunitensi in Africa (la Combined Joint Task Force-Horn of Africa) e sorge a fianco dell’aeroporto internazionale di Gibuti-Ambouli, a pochi chilometri dalla capitale.
“L’odierna missione della task force internazionale con i due bombardieri strategici è servita da rappresentazione visiva dell’impegno collettivo dei partecipanti a favore della stabilità e della sicurezza in Corno d’Africa”, ha dichiarato il generale Gregory Anderson, direttore delle operazioni di USAfricom. “Essa dimostra inoltre come Gibuti sia un partner guida per la difesa nella regione”.
La missione dei due bombardieri del 9th Expeditionary Bomb Squadron ha preso il via dalla base aerea britannica di Fairford, a circa 35 miglia a nord di Oxford. Dopo aver percorso in volo oltre 7.000 migli nautiche, i due velivoli hanno raggiunto Gibuti dove congiuntamente ai caccia delle forze aeree francesi e britanniche hanno simulato attacchi aerei nel grande poligono militare di Bara, per poi concludere l’esercitazione con un passaggio a bassa quota su Camp Lemonnier.
“Le operazioni hanno fornito un’ottima opportunità ai piloti dei B-1 per operare in diversi spazi aerei congiuntamente con le unità distaccate a bordo delle portaerei o assegnate a Camp Lemonnier”, aggiunge il Comando di USAfricom. Ai war games hanno avuto modo di partecipare due caccia multiruolo Dassault “Mirage 2000” dell’Aeronautica francese e quattro cacciabombardieri F-35 Lightning II decollati dalla portaerei britannica “HMS Queen Elizabeth” a capo della task force navale che Londra ha inviato da mesi nel Mediterraneo orientale e nel Golfo. Gli F-35 impiegati appartengono al Fighter Attack Squadron 211 del Corpo dei Marines USA e al 617th Squadron della Royal Air Force.
La breve missione in Corno d’Africa dei bombardieri B-1 Lancers ha coinciso con l’Allied Appreciation Day, l’evento annuale che riunisce a Camp Lemonnier le forze armate internazionali che operano a Gibuti. “Celebrare insieme questo evento è il simbolo del nostro comune coinvolgimento a favore della pace in Corno d’Africa così come nell’intero continente africano, soprattutto in Sahel”, ha commentato il Comandante delle forze francesi a Gibuti, generale Stéphane Dupont. “La nostra azione in questo paese è fondamentale per la stabilità regionale e contribuisce a rafforzare la cooperazione con i nostri partner”.
A salutare a Camp Lemonnier le evoluzioni dei bombardieri strategici USA c’erano pure un centinaio di militari di Gran Bretagna, Spagna, Giappone e Italia. Il nostro Paese è presente a Gibuti dall’ottobre 2013 con una task force militare e una base operativa a Loyada, a pochi chilometri a sud della capitale e dal confine con la Somalia. La missione italiana dipende dal COI – Comando operativo di vertice interforze di Centocelle, Roma, ed è composta attualmente da 117 militari (in particolare i nuclei d’élite della Brigata San Marco), con 18 mezzi terrestri pesanti.
La rilevanza della missione dei B-1 Lancers in Corno d’Africa è stata evidenziata dal sito specializzato statunitense Star and Stripes. “Gibuti e gli USA hanno una lunga storia di cooperazione su diverse questioni relative alla sicurezza in tutta l’Africa orientale e il volo sino a Camp Lemonnier dei bombardieri strategici sottolinea l’interesse e l’importanza che gli Stati Uniti riservano a questa partnership”, riporta la testata on line. “Washington vede il piccolo paese in Africa orientale come un alleato modello in una regione dove gli USA competono in influenza con Pechino e Mosca. Piccoli investimenti statunitensi nel continente potrebbero dare grandi dividendi più tardi”.
Ma è soprattutto la tipologia dei velivoli impiegati nell’esercitazione che evidenzia l’ennesimo salto qualitativo e strategico della penetrazione USA ed europea nel continente africano e che apre, altresì, inquietanti scenari di guerra globale – anche nucleare – a medio termine. Il B-1 Lancer, prodotto dall’holding industriale Rockwell, è infatti un bombardiere strategico supersonico per missioni di interdizione che ha un’autonomia di volo di 12.000 km. e la capacità di trasportare fino a 40 tonnellate di carico.
Nelle sue stive possono trovare alloggio missili cruise aria-superficie AGM-86 (con testate convenzionali, ma nei depositi USA ci sono ancora missili in versione nucleare con testate AGM-86B); bombe Mk.82 da 500 libbre; Mk.84 da 2000 libbre e penetratori BLU-109 con kit di guida JDAM (Joint Direct Attack Munition, i dispositivi che trasformano le bombe a caduta libera in bombe guidate). Il B-1 è stato però pensato e progettato soprattutto per svolgere missioni di strike nucleare, grazie all’impiego di bombe all’idrogeno B-61 (con potenza distruttiva variabile da 1 a 340 kilotoni) e bombe a caduta libera B-83 (1,2 megatoni di potenza).
Entrato ufficialmente in servizio con l’US Air Force il 1º ottobre 1986, il bombardiere è stato impiegato operativamente nel 1998 contro l’Iraq, nel 1999 in Jugoslavia, a partire del 2001 in Afghanistan e nel 2011 in Libia. Dopo il ritiro di alcuni esemplari obsoleti, le forze aeree statunitensi dispongono attualmente di 45 B-1.
Da evidenziare infine come anche i caccia multiruolo Dassault “Mirage 2000” dell’Aeronautica francese hanno un modello in grado di effettuare attacchi nucleari con l’impiego di missili aria-suolo ASMP e testate con potenza variabile da 100 a 300 kiloton.
Il 9 giugno scorso, per la prima volta nella storia, gli Stati Uniti hanno effettuato un’esercitazione sui cieli del continente africano con un altro bombardiere strategico a capacità nucleare, il B-52H “Stratofortress”. Il velivolo in forza al 2nd Bomb Wing di stanza a Barksdale, Louisiana, partito dalla base aerea spagnola di Morón de la Frontera, ha sorvolato prima il nord Africa e si è poi diretto verso il Golfo di Guinea per rientrare a fine missione in Spagna.
Con un’autonomia di volo sino a 16.000 km, il B-52H “Stratofortress” può trasportare e lanciare sino a 31.500 kg di bombe e i missili da crociera aria-superficie AGM-86 abilitati al trasporto di testate nucleari con una potenza variabile tra i 5 e i 150 kiloton.
Antonio Mazzeo
amazzeo61@gmail.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA