28 ottobre 2021
Una settimana fa l’Assemblea nazionale del Benin ha votato a favore dell’aborto entro la dodicesima settimana di gravidanza.
La nuova legge prevede la possibilità di abortire, qualora la gravidanza dovesse aggravare oppure provocare un disagio materiale, educativo, professionale o morale alla donna.
Finora l’interruzione volontaria era possibile solo in casi eccezionali, come dopo uno stupro, una relazione incestuosa o in caso di gravi problemi di salute della donna.
Benjamin Hounkpatin, ministro della Sanità del Benin ha sottolineato che tale misura allevia la sofferenza di molte donne che, di fronte all’angoscia di una gravidanza non desiderata, si trovano costrette a mettere a rischio la propria vita attraverso pratiche non sicure.
Nel solo Benin muoiono annualmente almeno 200 donne per complicazioni causate da un aborto clandestino e non assistito. “Ora le famiglie non dovranno più piangere per la perdita di una figlia, madre, sorella, morta tragicamente dopo una rischiosa interruzione di gravidanza”, ha aggiunto il ministro.
E’ un grande passo avanti per i diritti delle donne, ora possono decidere da sole, senza il consenso di nessuno, hanno commentato le attiviste, applaudendo al voto del parlamento, che si espresso favorevolmente in tal senso il 21 ottobre scorso dopo un lungo e estenuante dibattito in aula.
Secondo Amnesty, a livello globale una gravidanza su quattro sfocia in un aborto. Criminalizzarlo significa solamente renderlo meno sicuro.
Come quasi ovunque, anche in Benin la Chiesa ha opposto resistenza all’approvazione della nuova legge, che entrerà in vigore solamente una volta ratificata dalla Corte costituzionale. Insomma il Benin è più avanti del Texas e della Polonia. Va ricordato che in Benin la religione ufficiale è il vodoo e è praticato dai quattro quinti della popolazione. Il rito è materia d’insegnamento nelle scuole.
Nel continente africano sono diversi i Paesi dove l’aborto è già stato legalizzato, ma il Benin è il primo Stato dell’Africa occidentale ad averlo approvato. E, secondo l’avvocato beninense, Dele Ahounou, della nuova norma potranno approfittare anche le donne dei Paesi limitrofi, dove l’interruzione di gravidanza è ancora illegale. Non potendo sottoporsi a tale intervento nel proprio Paese, verranno nel Benin.
Africa ExPress
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