Africa ExPress
3 ottobre 2021
I primi a cadere nelle fauci delle delle forze dell’ordine libiche sono stati gruppi di eritrei, catturati durante un rastrellamento a Gargaresc – sobborgo a circa 12 chilometri da Tripoli – all’alba di venerdì. Tra loro donne, alcune incinta, bambini, giovani, molti di loro registrati all’UNHCR, in attesa di una relocation.
Molti migranti sono in Libia da anni, passati da una galera all’altra durante questo lungo soggiorno e c’è chi ha già tentato la traversata svariate volte per raggiungere le nostre coste, la porta d’entrata dell’Europa, poi respinti dalla guardia costiera libica e riportati all’inferno.
Lo stringer di Africa-Express, ora al sicuro in un Paese europeo, raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione ieri mattina, ha raccontato che uno dei suoi amici più cari è stato ferito durante la razzia.
Tra venerdì e sabato sono stati arrestati 4.000 migranti di varie nazionalità. Il primo ministro del governo di transizione, Abdelhamid Dbeibah, si è congratulato sul suo account Twitter con la polizia, chiamandoli “eroi del ministero degli Interni” per lo splendido lavoro svolto nell’ambito di un’operazione volta a fermare il traffico di droga. Le autorità ritengono, che molti rifugiati nel Paese siano coinvolti in traffici illeciti. Peccato che il ministero degli Interni non abbia poi fatto menzione alcuna dell’arresto di trafficanti di droga, di esseri umani o di armi.
E’ chiaro che la razzia era ben pianificata con il solo scopo di riportare nelle luride galere libiche i migranti “illegali”. E Dax Roque, direttore di Norwegian Refugee Council in Libia, ha detto di essere molto preoccupato per le condizioni di detenzione dei migranti. Le carceri sono sovraffollate, malsane; torture, violenze sessuali nonché estorsioni fanno parte della quotidianità dei detenuti.
La ONG ha chiesto alle autorità libiche l’immediato rilascio dei migranti e rifugiati e uno stop alle repressioni in atto nei loro confronti.
Rappresentanti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite hanno rilevato che un migrante è stato ucciso durante l’operazione di polizia, almeno altri 15 sono stati feriti. Tutte le persone arrestate erano disarmate, sono state perseguitate nelle loro abitazioni, picchiate, maltrattate e alcune colpite persino da pallottole.
Mentre venivano effettuati migliaia di arresti nel Paese, un nuovo naufragio si è consumato a largo delle coste libiche. Secondo l’UNHCR i dispersi sono almeno 40, due corpi senza vita sono già stati recuperati, mentre 89 persone, inclusi 8 donne 3 bambini, sono state riportate a Tripoli.
E proprio oggi si celebra in Italia la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, in virtù della legge 45/2016. La ricorrenza è stata istituita per ricordare e commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e promuovere iniziative di sensibilizzazione e solidarietà dopo il naufragio del 3 ottobre 2013, dove persero la vita 368 persone. Bambini, donne e uomini che cercavano di raggiungere l’Europa nel disperato tentativo di trovare sicurezza.
Intanto l’UE e l’Italia continuano a finanziare la guardia costiera libica per intercettare le barche della speranza.
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