2 settembre 2021
Una vecchia bici, un compressore di un frigo e l’ingegno di un giovane hanno portato la luce nella maggior parte delle case di Yobe Nkosi, un villaggio nelle colline del Malawi, a oltre 300 chilometri dalla capitale Lilongwe.
Anni fa, quando Colrerd Nkosi, un residente del luogo, è ritornato a casa dopo aver terminato le scuole secondarie, non voleva e non poteva accettare che nel suo paese i bambini dovessero fare i compito a lume di candela e nemmeno sempre, spesso mancavano pure i soldi per acquistarle.
Pur non essendo un esperto di meccanica e elettricità, ha scoperto che la corrente del fiumiciattolo che scorre dietro la casa materna aveva abbastanza forza per far girare i pedali della sua bici.
Dopo vari tentavi, Colrerd assembla una piccola dinamo in grado di generare corrente elettrica, che riesce a portare fin dentro la casa.
Poi, quando ha visto i vicini ogni giorno in fila davanti alla sua casa per ricaricare il proprio cellulare, Colrerd ha deciso che non poteva fermarsi. Doveva elaborare il suo progetto per portare l’elettricità in tutto il paese.
A poco a poco “l’ingegnere fai da te” riesce a deviare il letto del fiume, creando una piccola cascata, poi ha assemblato una piccola turbina idroelettrica con il compressore di un vecchio frigorifero, in grado di fornire energia domestica per altre sei case.
Mesi dopo ha costruito una turbina più grande con l’ausilio di una sgranatrice per granoturco. La piccola centrale elettrica artigianale è stata installata alla periferia del paese e grazie all’ingegno del giovane, oggi quasi quarantenne, nessuna casa del suo villaggio è più al buio. I ragazzi non hanno più scuse per non fare i compiti, e così al calar della sera non si sente una mosca volare. Tutti concentrati sullo studio per poter superare gli esami di fine anno scolastico. Ancora oggi, la scuola di Yobe Nkosi è la sola ad avere la luce in tutto il distretto, che conta ben 17 istituti.
L’elettricità viene trasportata grazie a due chilometri di cavi rudimentali, sostenuti da tronchi d’albero. Gli “utenti” pagano più o meno un euro al mese, insomma hanno la luce quasi gratis. “Spero che presto potranno anche cucinare con questa corrente, così eviteranno di tagliare gli alberi e di usare il carbone a legna”, ha detto l’ingegnere autodidatta. Colrerd ha dato la sua disponibilità per costruire altre piccole centrali nei villaggi vicini.
La sua invenzione ha attirato l’attenzione degli amministratori locali e persino il ministro dell’Energia del Malawi ha promesso di cofinanziare cavi elettrici sicuri e affidabili, che permetteranno di portare la corrente in tutte le case dei 18 mila abitanti della zona.
Il Malawi è il Paese più densamente popolato di quell’area geografica. Conta quindici milioni di abitanti e oltre il settanta percento vive nelle zone rurali. Ex-colonia britannica, ha ottenuto la piena indipendenza nel 1964, ma resta uno dei Paesi più poveri dell’Africa. Oltre la metà della sua popolazione vive con meno di 1,25 dollari al giorno. L’aspettativa di vita è tra le più basse del pianeta: quarantanove anni per gli uomini, cinquantuno per le donne e la principale causa di morte è l’infezione da HIV/AIDS.
Le ricchezze del Paese sono in mano a un’élite ristretta e la corruzione della classe politica è proverbiale. Il presidente Lazarus Chakwera, eletto lo scorso anno dalle fila dell’opposizione, cerca di combattere con ogni mezzo disonestà e immoralità della classe politica.
Solo l’11 per cento della popolazione del Paese è collegata a una linea di corrente elettrica, tra questi la popolazione rurale rappresenta il 4 per cento e in molti luoghi con il calar del sole cessano tutte le attività.
Africa ExPress
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