Roma, 30 agosto 2021
Ringrazio i medici, i soldati, i funzionari, le donne e gli uomini che in questi giorni bui, hanno salvato migliaia di Afghani, amici e collaboratori delle Nazioni europee e di quelle presenti in Afghanistan. Ringrazio i governi coinvolti per gli sforzi compiuti.
Lo faccio con poche parole profonde, sobrie, affinché non possano essere strumento di propaganda politica ma un sincero cordoglio per chi ha perso la vita, tentando di fuggire o nell’esercizio del proprio lavoro o semplicemente perché era legato da vincoli affettivi: figli, mogli, mariti e congiunti.
Lo faccio in modo composto perché, dopo gli elogi a chi ha salvato tante vite umane, dobbiamo avere la piena consapevolezza che il lavoro non è finito, che in Afghanistan abbiamo lasciato tanti, troppi, esseri umani in pericolo di vita.
E’ per questa urgenza che mi rivolgo a voi Ministri degli Esteri europei e prima ancora a voi Popoli europei affinché si attui immediatamente un ulteriore piano di evacuazione. Le lancette corrono e scandiscono secondi, eterni per chi teme di morire da un momento all’altro.
L’Europa ha pianto per queste famiglie e i propri collaboratori e ha effettuato un’evacuazione non coordinata. Possiamo agire insieme a Francia, Germania e a tutti gli altri Paesi EU.
Il Presidente italiano Mattarella, ha auspicato un intervento europeo unito, cercando i migliori strumenti disponibili.
Sergio Mattarella è netto. Dice che quanto sta avvenendo a Kabul, al pari di quanto è successo con la guerra in Siria, «ha reso evidente la scarsa capacità di incidenza dell’Ue… è invece indispensabile assicurare subito gli strumenti reali, efficaci, concreti di politica estera e di difesa comuni…”
Gli strumenti ci sono, utili anche a superare l’ipocrita posizione di chi si dispera ma non vuole profughi Afghani. Esiste infatti, la Direttiva sulla Protezione Temporanea 2001/55/CE, uno strumento adeguato: stabilisce uno “status di protezione di gruppo”, applicabile in situazioni di crisi derivanti da un massiccio afflusso di persone in fuga da una situazione di grande pericolo come quella attualmente in corso in Afghanistan.
La direttiva sulla protezione temporanea istituisce inoltre un meccanismo di emergenza per fornire protezione immediata e temporanea agli sfollati provenienti da Paesi terzi nei casi in cui sia impossibile tornare nel Paese di origine e si applica anche alle situazioni di afflusso massiccio. Sono tutti criteri perfettamente applicabili a quanto sta accadendo in Afghanistan in questi giorni.
La direttiva non necessita di un voto all’unanimità dei Ministri dei Paesi europei.
La proposta in merito arriva da una lettera spedita alla presidente Ursula Von Der Leyen, al vice presidente Joseph Borrel e a Yiva Johansson, Commissaria EU Affari Interni, a prima firma del vice Presidente del Parlamento europeo Fabio Massimo Castaldo, condivisa da più di 70 parlamentari trasversali alle forze politiche e alle componenti nazionali di appartenenza.
Lo strumento legislativo c’è e sono certo anche la volontà di non abbandonare a un destino sicuramente infausto donne, uomini, giovani, bambini, famiglie di collaboratori afghani.
E’ d’obbligo il coinvolgimento e il dialogo con i nostri partner storici USA e UK che sono già in atto.
L’Europa potrebbe finalmente dimostrare di essere unita, di essere quello che tutti noi sogniamo: un’Unione politica forte e decisa nel compiere una missione di immenso valore umanitario, causato anche dal nostro ritiro.
Sono informato del fatto che si sta lavorando in modo multilaterale e ciò è altrettanto efficace ma ciò che più auspico personalmente (e credo di parlare per molti), è il rafforzamento di una vera e propria azione europea capace, davanti all’inumano dolore, di unire saldamente i Popoli europei.
Sarebbe per l’Europa un’occasione unica: diventare un soggetto unito e forte, capace di imporsi a livello geopolitico. La nostra nemesi e catarsi in nome del nostro comune, profondo, senso di umanità, di rispetto dei diritti civili, della nostra Storia e dei nostri Valori fondanti.
Alberto Airola
*Senatore della Repubblica
Commissione Esteri del Senato
alberto.airola@senato.it
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