Cornelia I. Toelgyes
28 agosto 2021
Non si ferma la forza distruttiva del gruppo armato Allied Democratic Forces, un’organizzazione islamista ugandese, presente anche nel Congo-K dal 1995.
Venerdì i ribelli si sono nuovamente scatenati, hanno attaccato il villaggio di Kasanzi, nel territorio di Beni (Nord Kivu), regione dove i miliziani di ADF sono particolarmente attivi. Senza pietà hanno ammazzato 19 civili. Alcune persone sono state bruciate vive, altre fatte a pezzi con coltelli e machete. Tredici case sono state incendiate, rase al suolo, altre saccheggiate, diversi residenti risultano ancora dispersi.
Ieri sera il bilancio provvisorio era di “soli” cinque morti, poi questa mattina uomini della Croce Rossa, in cerca dei dispersi, hanno trovato altri 14 corpi martoriati in un bosco vicino al villaggio.
Meleki Mulala, portavoce dell’Organizzazione Nouvelle Société Civile de Rwenzori, in un breve comunicato ha fatto notare l’assenza delle forze armate di Kinshasa (FARDC) in quest’area del territorio di Beni. Contattati questa mattina da France Presse, il commando regionale militare non ha voluto rilasciare commenti sull’accaduto.
Eppure le truppe vengono addestrate dalle forze speciali USA, arrivate a metà luglio dietro richiesta del governo congolese. Una cooperazione nel contesto di un partenariato “privilegiato” siglato da Washington e Kinshasa per contrastare il terrorismo e, non per ultimo, per riportare pace e sicurezza nell’est del Paese, fortemente auspicate dal presidente del Congo-K, Felix Tshisekedi.
Gli uomini delle forze speciali statunitensi, Mike Hammer, ambasciatore di Washington accreditato a Kinshasa e due senatori americani sono stati ricevuti proprio ieri dal governatore militare del Nord-Kivu, Constant Ndima, per fare il punto sulla situazione. Il senatore USA, John Tomoshochi Jelly, ha precisato durante l’incontro che i militari non daranno la caccia a ADF. “Questo è compito di FARDC con il sostegno di MONUSCO, missione dell’ONU nel Paese”, ha aggiunto Tomoshochi Jelly.
Le forze speciali USA metteranno a disposizione dei militari congolesi la propria esperienza nella lotta contro il terrorismo. Nel programma saranno anche inclusi i ranger del parco nazionale Virunga, dove è stato brutalmente ammazzato l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, la sua guardia del corpo Vittorio Iacovacci e l’autista congolese di PAM (Programma Alimentare Mondiale) Mustapha Milambo, in quanto anche questa zona è ritenuta ad alto rischio.
Solo una ventina di giorni fa ADF ha perpetrato un doppio attacco: il primo a Mbigi e il secondo a Mapasana, due villaggi nelle vicinanze della città di Beni. Durante le aggressioni sono morte 16 persone, pure loro uccise con coltelli e machete. Tra le vittime anche due donne, prese in ostaggio nelle settimane precedenti dai ribelli. I loro corpi martoriati sono stati poi trovati sulla strada per Idohu, nella provincia di Ituri.
Le due province, Nord-Kivu e Ituri , dove vige lo stato d’emergenza dai primi di maggio, sono entrambe teatro di incessanti incursioni da parte di gruppi armati per il controllo di terre e siti minerari.
Solo pochi giorni fa l’Ufficio per gli Affari Umanitari dell’ONU (OCHA) ha detto che la situazione sta deteriorando di giorno in giorno a causa dei continui attacchi dei gruppi armati nelle province nell’est del Congo-K. Nel suo comunicato del 23 agosto OCHA ha puntualizzato che 64 civili sono stati ammazzati, mentre oltre 700 mila persone hanno dovuto lasciare le proprie case a causa della situazione di grave insicurezza.
Cornelia I. Toelgyes
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